Mentre la Forestale apponeva i sigilli ai parcheggi provvisori sui Piani di Castelluccio, il Comune di Norcia revocava l’ordinanza con cui aveva istituito poco più di un mese fa le aree di sosta temporanee. Nel frattempo, però, le stesse zone erano state praticamente smantellate, anticipando di fatto il provvedimento giudiziario. E’ questo ciò che è successo nelle ultime ore ai piedi del monte Vettore, l’ultima puntata di una vicenda che vede contrapposti enti pubblici ed associazioni umbre. E che ora è finita al centro dell’attenzione magistratura, sotto diversi punti di vista.
Cosa è successo
La questione è ormai nota: l’amministrazione comunale guidata da Nicola Alemanno in via sperimentale istituisce, come fatto già lo scorso anno, dei parcheggi temporanei a Castelluccio per evitare la sosta selvaggia ed in vista di un afflusso esorbitante di gente desiderosa di raggiungere i monti Sibillini per godere di uno spettacolo della natura unico. Subito iniziano le prime polemiche, o meglio riprendono quelle dello scorso anno. Le associazioni ambientaliste ed ecologiste del territorio, con capofila Mountain Wilderness Umbria e Gruppo d’intervento giuridico onlus, avevano dato vita ad un contenzioso presso il Commissario per gli Usi civici di Umbria, Lazio e Toscana, organo del ministero della Giustizia competente in questa materia, essendo i terreni in cui interessavano i parcheggi di uso pubblico e di proprietà della Comunanza agraria di Castelluccio. Il commissario, dopo aver anticipato l’udienza a metà luglio su richiesta delle due associazioni, vista l’invasione di visitatori sul Pian Grande e Pian Piccolo, aveva disposto il sequestro dei parcheggi due settimane fa. I sigilli però non erano stati apposti: il commissario aveva revocato l’ordinanza dopo aver preso atto dell’avvenuto invio di alcuni documenti con cui la Comunanza agraria autorizzava l’ente locale all’uso delle aree. Questo, almeno, era quanto era trapelato dal palazzo comunale. In realtà oggi si apprende che le cose sarebbero andate in modo leggermente diverso, tanto che secondo il commissario la concessione di quelle aree al Comune formalmente non sarebbe stata mai autorizzata. La svolta vera, comunque, è arrivata giovedì, all’indomani dell’udienza che era stata calendarizzata a Roma. Che si è conclusa con l’ordinanza del Commissariato per gli usi civici (qui il testo integrale dell’atto).
Sconfessato atto della Regione
Davanti al Commissario per gli usi civici, durante l’udienza di mercoledì, la Comunanza agraria di Castelluccio ha spiegato di aver ottenuto, con determinazione dirigenziale Regione Umbria n. 301 del 14 luglio 2016 (praticamente in concomitanza con la prima ordinanza di sequestro poi revocata e quindi in fase successiva rispetto all’istituzione delle aree temporanee), l’autorizzazione al mutamento temporaneo di destinazione dei terreni (sembrerebbe comunque non tutti) a uso civico per un importo di 150 euro a carico dell’associazione turistico-culturale “Pro Nursia”, titolare dei parcheggi in “completa e autonoma gestione” – come ricordano le associazioni ecologiste – in base all’ordinanza sindacale n. 40 del 21 giugno 2016, con cui sono state istituite le aree sosta temporanee. Motivazione che però non è stata ritenuta significativa dall’organo giudicante, che ha evidenziato una “carenza di potere della Regione nell’adozione di atti di disciplina degli usi civici che facciano venir meno la loro vocazione di tutela ambientale riservata alla competenza esclusiva dello Stato in materia. In altre parole le Regioni, attraverso provvedimenti normativi o amministrativi, non possono legittimamente far venir meno il vincolo ambientale riconosciuto a determinati beni dalla legge statale essendo tale materia riservata alla esclusiva competenza dello Stato“. Insomma, l’atto della Regione è illegittimo e quindi è stato disapplicato, “in quanto, avendo consentito l’utilizzo dei terreni quale area di sosta, ha interferito (mortificandola) con la valenza ambientale di tali beni, la cui disciplina è riservata alla competenza esclusiva dello Stato“.
Diritto di pascolo non conciliabile con le auto
Nel pronunciamento del Commissario si fa riferimento ad alcune anomalie emerse già nella passata udienza di due settimane fa in merito all’autorizzazione della Comunanza agraria dell’utilizzo dei campi di uso civico in questione. Tra queste il fatto che “sarebbe stato inoltre necessario, ai sensi della legge n. 1766 del 1927 e del regolamento di attuazione, regio decreto 26 febbraio 1928, n. 332, che tale limitazione dei diritti di uso civico ricevesse il parere favorevole dell’ Autorità preposta al vincolo paesaggistico“. Scrive ancora il Commissario: “Comunque la Comunanza Agraria, nella delibera sopra citata, stabiliva: ‘di disporre che l’uso temporaneo dei terreni in oggetto da parte del Comune di Norcia avvenga nel rigoroso rispetto dei fondi gravati da usi civico in particolare del diritto di pascolo’. E’ evidente che il diritto di pascolo e quello di sosta paiono incompatibili come si evince dalle foto in atti che mostrano i terreni ingombri di autoveicoli, caravan ed, addirittura, di un chiosco. Più in generale deve osservarsi che gli usi civici hanno assunto nel tempo un valore di protezione ambientale. Attraverso la tutela degli usi civici si intende realizzare la tutela di beni di particolare valore ambientale consentendo così una protezione caratterizzata da ‘integralità e globalità'”. Il Commissario ricorda infine che “l’articolo 142 del decreto legislativo 42 del 2004 sottopone a vincolo paesaggistico le zone gravate da usi civici confermando così le previsioni previgenti. Deve pertanto ritenersi che la tutela dei beni gravati da usi civici, in quanto beni di valenza ambientale, trovi una tutela costituzionale nell’art. 9 Cost“.
Ripercussioni penali e contabili
Al di là della pronuncia di un paio di giorni fa, la vicenda giudiziaria davanti al Commissario per gli usi civici non è ancora chiusa. La prossima udienza è infatti convocata per il 10 ottobre. Intanto però, oltre a incaricare il comandante del Comando – stazione del Corpo forestale dello Stato di Norcia come custode delle aree, gli atti sono stati inviati anche agli altri organismi competenti. Un’informativa è stata inviata alla Procura della Repubblica di Spoleto, per l’ipotesi di reato paesaggistico (art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni), ipotizzando però allo stesso tempo pure un danno erariale e quindi inviando gli atti anche alla Procura regionale della Corte dei conti. Entrambi gli organismi, quindi, sono chiamati ad effettuare degli accertamenti preliminari che potrebbero sfociare in due parallele inchieste qualora venissero confermate delle anomalie sulle azioni degli enti coinvolti. Nel frattempo, comunque, le stesse aree potrebbero essere a breve dissequestrate, visto che sono tornate ad essere dei semplici campi e non più parcheggi.
L’ordinanza di venerdì del sindaco
Il sindaco Nicola Alemanno, infatti, nella giornata di venerdì 29 luglio ha emesso un’ordinanza in cui revoca la sua precedente del 21 giugno. Quella “famosa” in cui venivano istituite le aree di sosta. I parcheggi temporanei, quindi, hanno cessato a tutti gli effetti di esistere, al di là dei sigilli apposti. Cosa accadrà oggi e domani, quando, nonostante ormai la fioritura sia finita, Castelluccio tornerà ad essere invasa da visitatori, non è dato saperlo ancora. Anche se va detto che i parcheggi temporanei erano previsti fino a questo fine settimana, quindi il loro “smantellamento” è avvenuto soltanto con tre giorni di anticipo. Questo l’atto del primo cittadino, pubblicato all’albo pretorio del Comune: “Vista l’ordinanza nr. 40 del 21/06/2016 con oggetto ‘attivazione di una nuova viabilità e aree di sosta temporanee per autoveicoli in Castelluccio di Norcia’ nel periodo che va dal 25/06/2016 al 31/07/2016. – Istituzione segnaletica stradale, emessa per scongiurare il congestionamento della circolazione stradale (come già avvenuto in passato) nelle vie di accesso alla frazione, per la massiccia affluenza di veicoli che giungono per assistere all’evento della fioritura dei Piani; peraltro condivisa con la Prefettura, la Questura, il Parco dei Monti Sibillini, la Provincia di Perugia e varie forze di Polizia; vista l’Ordinanza nr. 255 datata 28/07/2016 del Commissario per la liquidazione degli Usi Civici per le Regioni Lazio, Umbria e Toscana che su istanza di Associazioni Ambientaliste ha posto sotto sequestro giudiziario i terreni della Frazione di Castelluccio di Norcia, utilizzati temporaneamente ad aree di sosta; visto che la fioritura dei Piani di Castelluccio è comunque giunta ormai alla sua naturale conclusione anche per le avverse condizioni climatiche” […] ordina la revoca dell’Ordinanza nr. 40 emessa in data 21/06/2016″.
Esercenti allarmati, appello di Confcommercio
Ovviamente il sequestro dei parcheggi non è stato preso bene dagli operatori economici di Castelluccio, che sono sul piede di guerra nei confronti delle associazioni ecologiste. E la Confcommercio della Valnerina, con il suo presidente Fabio Brandimarte, è intervenuta a chiedere interventi urgenti per evitare ripercussioni di tipo economico per la zona. “In piena stagione turistica, – evidenzia Brandimarte – il sequestro dei parcheggi di Castelluccio rischia di provocare danni irreparabili alle imprese del territorio. Chiediamo alle autorità di trovare subito soluzioni alternative, che consentano comunque ai turisti di raggiungere il piccolo centro, usufruire dei servizi messi a disposizione delle imprese, godere del contesto naturale unico che il territorio è in grado di offrire. Comprendiamo e condividiamo le preoccupazioni e i disagi delle imprese di Castelluccio e dei dintorni – aggiunge il presidente della Confcommercio della Valnerina – e proprio per questo non possiamo non chiedere interventi che, anche nell’immediato, rappresentino una soluzione percorribile, affinché il territorio non sia considerato off limits dai turisti che lo vorrebbero visitare. Siamo molto preoccupati anche perché tale situazione si ripercuote sicuramente su tutto il territorio del Parco – compreso Norcia, Visso e così via – con grave ricaduta occupazionale su tutto l’indotto. Confcommercio chiede quindi un tavolo di confronto urgente, con soggetti che conoscono il territorio e i problemi non sulla carta, ma di persona”.