Ci fu un tempo in cui per 30 denari si commise un delitto che ancora oggi fa parlare e soprattutto meditare. I 30 denari erano la paga mensile di un lavoratore, di quelli che oggi diremmo precari. Si era all’inizio del Primo Millennio e i fermenti popolari si mescolavano con aspettative di natura messianica, ovvero l’arrivo di un Salvatore che avrebbe messo apposto le cose per un epoca di prosperità e di pace.
Quando poi questo arrivò davvero lo riconobbero, e soprattutto, capirono in pochi mentre tutti gli altri notabili del luogo si innervosirono a tal punto che, sfruttando l’impazienza di uno zelota, tal Giuda Iscariota- che non sopportava di dover soffrire in attesa di risultati concreti che tardavano molto ad arrivare o a manifestarsi anche in modo simbolico- con appena 30 denari trovarono la soluzione ideale per chiudere una partita molto complicata. Un banale (tragico) tradimento, come tanti se ne vedono anche oggi, nella nostra ammuffita modernità, pagato con il compenso di un mese di lavoro.
I 4 euro più inutili del Ventennio, del 2° Millennio
Ora 4 euro dei tempi nostri cosa volete che siano in un contesto locale che non ha nemmeno più la muffa e forse anche il muro dove attaccarsi, che somiglia sempre più al deserto del Negev. Senza contare che l’aspettativa messianica dei nostri consanguinei locali, per la maggior parte è rivolta all’aspettativa escatologica di un posto di notabilato sacerdotale inutile, ma ricco ricco di 30 denari, come quello di consigliere regionale o magari di assessore. Dei capogruppo-Sadducei non ci mettiamo nemmeno a scrivere, altrimenti rischiamo di fare la fine dello Zelota di cui sopra.
La nostra riflessione è ovviamente indirizzata a quella rappresentazione plastica delle parole che non producono conoscenza, ma suoni inarticolati, andata in scena nel Consiglio comunale del 17 febbraio quando la matematica delle ta-belline ha lasciato il posto alle stra-bruttine fregnacce (nel senso di frappe) su Irpef e dintorni, condite anche da un sonoro e risolutivo “santo Dio!” allorché si magnificavano le taumaturgiche azioni riparatrici del governatore della nuova Gerusalemme in terra d’Umbria. Ecco, meglio liberare Barabba, allora, che mettersi in casa qualche problema amministrativo e socio-politico.
E così, dagli giù di percentuali con lo 0-virgola e conguagli dal profumo odoroso di 4 euro. Qui la domanda viene spontanea: li pagheranno con monete da 1 euro o da 50 centesimi? Sarebbe decisamente meglio con monetine da 5 centesimi che fanno anche tanto mucchio, già che ci siamo, tutti buttati a dare il giusto compenso ai nostri precari intelletti votanti e vuotati.
E rifacendo i calcoli, di 5 centesimi per arrivare a 4 euro ce ne vogliono 80 pezzi. E allora altro che 30 denari.
Cari tutti, prendiamo atto che l’attesa messianica è terminata. Lui è già tra noi!!
(Modificato alle 23,00)