Dopo il servizio de “Le Iene” si accende la polemica politica e si alzano i toni sulla Casa Famiglia. Il sindaco di Nocera Umbra Giovanni Bontempi interviene con toni durissimi in una vicenda che lo ha visto nell’occhio del ciclone. “Non è novità assistere alla strumentalizzazione di situazioni così delicate, ma quello che sta accadendo intorno alla ex casa di cura di Nocera Umbra per raccattare un po’ di visibilità politica è vergognoso“, dice.
Le accuse
Bontempi ricostruisce la vicenda: “tutto nasce circa 2 anni fa quando il Comune di Nocera Umbra, per motivi economici, si trovava costretto a chiudere la sua residenza sociale con 10 ospiti gestita tramite convenzione con l’Azienda Sanitaria USL Umbria 2. La struttura aveva un costo annuo di circa 300mila euro, dei quali, ben 200mila gravavano sulle casse comunali“. Troppo per una comune di 6mila abitanti. Da qui la chiusura e le polemiche: “Nasce una lunga storia di bugie e gravissime inadempienze da parte di chi si è messo a gestire questa situazione, con in prima linea l’opposizione politica in consiglio, che invece di collaborare ha visto bene di utilizzare la vicenda per una loro visibilità politica“.
La nuova struttura
Il sindaco ricorda che la ex casa di riposo “è stata trasformata in vera e propria residenza autogestita, guidata da due consiglieri comunali di opposizione: una “Casa” completamente abusiva, senza alcun tipo di autorizzazione, con i locali occupati che sono di proprietà dell’Azienda Sanitaria, la quale Azienda, ha già più volte richiesto di liberare gli stessi ma, soprattutto, con ospiti anziani particolarmente fragili seguiti da personale senza alcun tipo di qualifica idonea. Ovviamente non poteva per l’amministrazione comunale essere la soluzione giusta, tanto che, mentre l’opposizione si affrettava a chiamare varie trasmissioni televisive per gettare fango addosso al sindaco, l’amministrazione comunale lavorava per trovare un’idonea soluzione sempre in collaborazione con la Prefettura, la Regione Umbria e la ASL“. Nel frattempo è nata la Residenza per Anziani autorizzata, “in regola con tutte quelle che sono le normative sanitarie ed assistenziali, una bella struttura gestita da personale sanitario qualificato con infermiere e direttore sanitario cosi come prevedono le norme, oltrechè, convenzionata con il servizio sanitario regionale“.
I posti riservati
Nella struttura dieci posti sono stati subito riservati agli anziani dell’ex casa di riposo “proprio per venire incontro alle loro esigenze di rimanere uniti, perché, come ovvio, dopo una lunga convivenza si sono creati vincoli affettivi che nessuno, tanto meno l’amministrazione comunale, avrebbe voluto interrompere. Ma ormai l’operazione di strumentalizzazione messa in atto dall’opposizione aveva già portato i suoi frutti, tanto che questi anziani, insieme alle loro famiglie, inspiegabilmente si sono rifiutati di passare nella nuova, ed idonea, struttura che si trova in posizione migliore e a soli 50 metri da dove sono collocati adesso. Nel frattempo è partito un maxi controllo dei carabinieri dei Nas, che, dopo i recenti contagi da Covid avvenuti nelle case di riposo, stanno facendo controlli in tutte le strutture sanitarie dell’Umbria, concentrandosi soprattutto in quelle abusive“.
“Situazione strumentalizzata”
“Ecco che, per opportunità politiche, si è voluto strumentalizzare una situazione dove gli anziani vengono usati per finalità che non possono essere tollerate in una democrazia moderna come la nostra. Piccoli e miseri interessi di parte che non rispondono a nessuna regola e nessuna norma e che, soprattutto, non garantiscono la giusta assistenza a coloro che sono i più fragili, i nostri anziani appunto“. “Anche certa stampa ha contribuito a creare confusione sulla vicenda, costruendo servizi su una gigantesca deformazione della realtà. Sinceramente dal mondo dell’informazione vorremmo fatti e verità certe, e documentate, e non servizi televisivi come quello delle Iene che ha raccontato solo in maniera scandalistica una storia completamente diversa e fuorviante dalla realtà“. “L’esigenza di chiarire questa triste situazione – conclude il sindaco – nasce anche dal desiderio di difendere il nome della Città di Nocera Umbra, che è sempre stata dalla parte degli anziani e soprattutto delle leggi dello Stato Italiano, e le indagini in corso sono la prova del nostro senso di responsabilità proprio a difesa dei più fragili e contro gestioni fuorilegge“.
La Cgil
Diversa la voce della Cgil, che si appella alla Asl. Mario Bravi e Bernardo Baldoni, segretario provinciale Spi e segretario Spi Foligno, ricordano la nascita della struttura, dopo il venir meno del contributo pubblico, ricordando che sia arrivata alla Asl una proposta per un contratto di locazione. “La USL invece, in piena pandemia, ha fatto recapitare un provvedimento di sfratto, perché avrebbe deciso di vendere i locali. Serve sapere che a Nocera Umbra la percentuale di locali pubblici e privati è enorme. E quindi la cosiddetta “pressione” del mercato non esiste. I 14 ospiti hanno recentemente effettuato il tampone e risultano tutti negativi e hanno un’età che va dai 77 ai 95 anni. Quindi parliamo di persone fragili che istituzioni e società dovrebbero tutelare in tutti i modi. Invitiamo la ASL a fare marcia indietro e a tornare sui suoi passi, anche perché la legge prevede che sia la stessa amministrazione pubblica a dover garantire un tetto ai più fragili. Serve un’amministrazione pubblica che torni immediatamente alla necessaria razionalità e sensibilità civile“.