Provato, visibilmente dimagrito, silenzioso, così questa mattina è arrivato nell’aula del Tribunale del riesame di Perugia Emanuele Armeni, il carabiniere indagato e sottoposto a misura cautelare in carcere per l’omicidio del collega Emanuele Lucentini.
Omicidio volontario, arrestato il collega del carabiniere Lucentini
Ha parlato per oltre due ore la difesa di Armeni, in un’udienza che dalle 10.30 si è conclusa poco prima delle 15, l’avvocato Marco Zaccaria ha ribadito davanti al collegio dei giudici Marco Verola, Luca Semeraro e Daniele Cenci che quella tragica mattina del 16 maggio scorso si è trattato secondo la difesa di un incidente, di un colpo accidentale e non voluto partito dalla mitraglietta M12 di ordinanza dello stesso Lucentini.
Ma il procuratore di Spoleto Alessandro Cannevale e poi il Gip non hanno ritenuto plausibile questa tesi, incrociando perizie balistiche e intercettazioni ambientali e telefoniche, il 16 luglio scorso sono arrivati alla richiesta e all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il carabiniere, confermata anche con il rigetto dell’istanza di scarcerazione presentata dal legale di Armeni, da parte dello stesso Gip.
Omicidio Lucentini, resta in carcere il collega carabiniere
E questa mattina l’arma che ha ucciso Lucentini è rimasta fuori dall’aula. Il collegio ha infatti deciso che non venisse fatta entrare come invece aveva previsto la Procura. E’ stato invece proiettato un video nel quale, attraverso le immagini, gli inquirenti hanno voluto corroborare la tesi dell’impossibilità di un colpo accidentale esploso da quell’arma con doppio sistema di sicura che per sparare necessita di una pressione sul grilletto dai 4 ai 5,3 chili, “non basta sfiorarlo” ha sempre sostenuto la difesa della famiglia di Lucentini. Nelle immagini è ripresa la perizia balistica effettuata dall’esperto Emilio Galeazzi che spiega come l’arma perfettamente funzionante non avrebbe potuto sparare senza la volontarietà di far esplodere un colpo.
Il Tribunale si è riservato la decisione, Armeni conoscerà il suo destino entro la mezzanotte di giovedì 6 agosto, data ultima per il pronunciamento dei giudici sulla rimessa o meno in libertà dell’indagato.
Carabiniere ucciso, avvocato della vedova “offensive dichiarazioni della difesa”
La difesa si dichiara ottimista “Quello di oggi è stato un momento di incontro importante tra difesa e accusa – ha spiegato a Tuttoggi – su una serie di punti si concorda ma è chiaro che le conclusioni sono diametralmente opposte. Abbiamo depositato una serie di consulenze, per le quali rimane la nostra convinzione che la morte di Lucentini sia stata causata da un evento accidentale. Armeni l’ho trovato molto dimagrito, avrà perso otto chili. In aula non ha mai parlato, ha ascoltato tutto in silenzio”. Non resta quindi che attendere la decisione del Tribunale del riesame.