Il cantiere di via XX Settembre, a Gubbio, continua a far discutere e, dopo mesi di disagi, i commercianti della zona (insieme a quelli di Piazza Grande) hanno deciso di affidarsi ad un legale.
L’intervento di riqualificazione, avviato l’11 giugno scorso, con una durata prevista di 105 giorni lavorativi, sarebbe dovuto terminare a metà settembre (con proroga al 15 novembre, già superato). Tuttavia, tra sospensioni, rallentamenti e imprevisti, la strada risulta ancora occupata dai lavori con inevitabili ripercussioni sulle attività della parte alta del centro storico.
Le imprese commerciali della zona – che vivono quasi interamente degli incassi legati al turismo – denunciano una situazione ormai divenuta insostenibile. L’accesso ai negozi è praticamente azzerato e gli operatori parlano di una crisi economica senza precedenti – “mancati incassi fin dal mese di giugno“, tanto da mettere a rischio la continuità delle loro attività.
Dopo un primo confronto con il sindaco e l’amministrazione comunale, avvenuto l’8 novembre, gli esercenti hanno dunque deciso di affidare la loro posizione a un legale, l’avvocato Fabio Antonioli. Il professionista ha formalizzato una diffida indirizzata al Comune di Gubbio, nella quale chiede la conclusione del cantiere e la completa liberazione della via entro il 4 dicembre, anche in vista del weekend dell’Immacolata, quando la città sarà invasa dai visitatori per l’accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo.
Secondo Antonioli, ritardare ulteriormente significherebbe “aggravare ancora di più la condizione economica dei commercianti“. Alla preoccupazione per i ritardi si aggiunge anche il malumore per la mancanza di eventi natalizi specificamente programmati nella parte alta del centro storico. Gli operatori temono quindi un “Natale senza attrattive”, che rischierebbe di peggiorare ulteriormente la situazione.
La lettera del legale parla chiaro: se il Comune non provvederà a chiudere il cantiere entro la data indicata, “sarà ritenuto responsabile dei danni economici già maturati e di quelli che le aziende subiranno in futuro, con riserva di quantificazione“.