E’ stato un pomeriggio, e poi una serata, e poi addirittura una notte, di tensione per coloro che attendono una risposta da parte di Francesca Di Maolo alla proposta di candidarsi a presidente della Regione Umbria per il raggruppamento che vede forze civiche insieme al Movimento 5 stelle ed al Partito democratico, oltre ad altre formazioni del centrosinistra.
Una decisione che era attesa per sabato sera. E invece Francesca Di Maolo, 49enne avvocato spoletino, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, si è presa ancora qualche ora per riflettere. Il nodo, in un senso o nell’altro, sarà sciolto oggi.
Ieri le notizie, nelle varie chat dei dem, si sono alternate. In mattinata è prevalso lo scetticismo circa il fatto che la Di Maolo accettasse, tanto che sono circolati anche nomi alternativi. Tutti poi smentiti. A metà pomeriggio l’accordo sembrava chiuso, positivamente. Poi è prevalso ancora lo sconforto, legato ad una confidenza che la stessa Di Maolo avrebbe fatto ad una persona con la quale sta lavorando ad un progetto per il Serafico. Ma in serata i messaggi che arrivavano erano: “Ci siamo quasi…“.
In questo tempo, riflessioni, confronti con i familiari, con personaggi del delicato mondo del terzo settore e del sociale, ma anche con gli esponenti nazionali dei partiti, in pressing per chiudere positivamente un’alleanza che vuole essere un esperimento da ripetere in futuro anche in altre regioni.
Un nome alternativo, in caso di rifiuto, ci sarebbe. Ma nessuno di quelli circolati finora, viene assicurato. Ed ogni parola viene soppesata per non far naufragare un accordo campale.
Altrimenti, si tornerebbe ai due candidati di bandiera, entrambi civici, sostenuti dal Pd (Andrea Fora) e dal Movimento 5 stelle (Stefania Proietti). Con uno dei due schieramenti che, a quel punto, dovrebbe fare un passo indietro.
Sabato mattina il commissario dem Walter Verini ha spiegato i motivi del no al sindaco di Assisi. Ed ha anche dimostrato di non voler mollare l’ex presidente di Confcooperative Umbria. “Eventuali altre scelte dovranno essere concordate anche con lui” ha ribadito. Anche perché ha messo in campo tre liste civiche.
Fora: “Ci ho messo la faccia, ma per unire”
“Ci ho messo la faccia” continua a ripetere Andrea Fora. Contrariato dal tira e molla. Ben altre erano state le rassicurazioni ricevute ad inizio estate. Ma il mutato quadro politico ha cambiato le prospettive delle alleanze anche in Umbria. E la sua candidatura pare destinata ad essere sacrificata sull’altare dell’intesa giallorossa.
Stefania Proietti si tira fuori
Poi, Stefania Proietti rivendica il lavoro fatto in queste settimane in vista delle regionali e ne spiega il senso: “Da mesi mi sono schierata pubblicamente, e adoperata con tutte le mie forze, per il raggiungimento dell’unità di una coalizione ampia a guida civica per l’Umbria. E per la prima volta effettivamente stiamo vedendo in campo, come candidati alla carica di Presidente della nostra Regione, nomi e protagonisti della società civile. Come sindaco civico al lavoro da tre anni, sono convinta che, su questa strada, la politica umbra avrà la possibilità di compiere un salto di qualità eccezionale“.E conclude: “Oggi ancora più convintamente sostengo che dobbiamo chiamare al governo delle nostre Istituzioni i cittadini con le migliori energie e competenze chiedendo loro un impegno civico, pro tempore e libero da condizionamenti partitici, legato solo ai valori costituzionali e ai principi fondanti della nostra terra umbra, che vedono in Assisi, città di San Francesco, un faro di ineguagliabile luminosità. Auspico che il modello intrapreso, il Patto Civico, segni il rilancio della vera politica al servizio dell’ambiente e delle persone, innanzi tutto degli ultimi e di chi ha più bisogno“.