Una precisazione non di poco conto quella che arriva dalla segreteria di Filctem Cgil di Perugia a riguardo del tessuto industriale umbertidese: la critica del sindacato, che ha più il sapore di una “precisazione”, riguarda l'azienda C&S dei soci Corneli, Galizi e Splendorini, leader nella produzione di jeans uomo, donna e bambino, dove il sindaco Marco Locchi, lo scorso 18 settembre, nell'ambito del suo tour finalizzato a conoscere meglio il tessuto produttivo locale, aveva fatto visita. Accompagnato da Lino Corneli, il primo cittadino aveva infatti visitato lo stabilimento di Verna di Umbertide, sede centrale dell'azienda e presente con unità produttive anche a Campobasso e all'estero, in Tunisia, Romania e Albania. La CGIL, però, ha voluto ricordare a tal riguardo con una sua nota che in quell'occasione “la stampa locale ha riportato la notizia evidenziando la grande attività dell'azienda (“con oltre 500 persone occupate direttamente e indirettamente”) e il suo ruolo di leader nel mercato. Come Filctem Cgil siamo però costretti a segnalare che, proprio nelle stesse ore in cui il sindaco Locchi visitava lo stabilimento, la nostra organizzazione era impegnata nella firma della cassa integrazione in deroga per le aziende Tecnosistemi e Vapor92, entrambie facenti parte del gruppo C&S. Questo ultimo provvedimento, che arriva dopo anni di ammortizzatori sociali, coinvolge in tutto 120-130 lavoratrici e lavoratori (ma quasi esclusivamente donne).
L'azienda – Con oltre 500 persone occupate tra dipendenti diretti e indotto, la C&S produce capi di abbigliamento per i più importanti brand del settore, occupandosi dell'intero ciclo di produzione, dalla realizzazione del campionario al taglio del tessuti passando per lavaggio, stiro, controllo e spedizione. La produzione è destinata quasi interamente al mercato estero, che assorbe circa l'85% del volume prodotto, ma sono molto conosciuti e apprezzati anche nell'Alta Valle del Tevere grazie ai punti vendita di Verna e di San Giustino, dove è possibile l’acquisto diretto a prezzi di fabbrica. Da tre stagioni la C&S ha inoltre lanciato un marchio proprio, Haikure, molto innovativo, e che intende abbinare alla ricerca costante delle tendenze della moda, dei trattamenti e delle vestibilità, anche la certificazione di un marchio completamente organico, ecosostenibile e tracciabile che risponda alle esigenze di un mercato sempre più alla ricerca di informazioni chiare e attendibili sul prodotto acquistato.
Qualcosa però scrivviola all'interno di tutto l'indotto aziendale, stando proprio alla notizia della Filctem: “ci sembrava giusto – commenta Massimo Notari, della segreteria del sindacato di Perugia – chiarire quale è il reale stato della situazione anche nel gruppo C&S, primo di tutto per rispetto delle lavoratrici che si trovano in una condizione di forte sofferenza e che con molta probabilità, anche se noi faremo di tutto per evitarlo, alla scadenza di quest'ultima tranche di cassa integrazione si potrebbero ritrovare in mobilità, il tutto in un territorio fortemente colpito da una crisi senza precedenti”.
(Ale. Chi.)
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