“Cacciati da una chiesa perché volevamo imparare”. Condiviso su Tik Tok e poi rilanciato su Facebook anche da molti assisani, fa scalpore sui social il video di una studentessa che segnala quanto accaduto l’11 aprile nella Basilica di Assisi. Un filmato con qualche inesattezza (per entrare a San Francesco non si paga, per dirne una) al quale hanno risposto direttamente i francescani, con il direttore della comunicazione, fra Giulio Cesareo. E oltre all’invito a tornare ad Assisi, anche la spiegazione di come funzionano le visite.

Nel filmato di 3 minuti (qui il link a TikTok) la studentessa spiega di essere arrivata in città con i suoi compagni, la prof e una guida. Tutto bene la visita ad Assisi, con la guida, “ma a San Francesco – dice la giovane – abbiamo scoperto che per entrare con la guida avremmo dovuto pagare tre euro. Non tutti avevano i soldi, perciò siamo entrati senza guida e la prof ha provato a spiegarci gli affreschi. Siamo però rimasti molto perplessi – il racconto in sintesi – per il comportamento di una guardia, che ci ha detto che la prof non poteva spiegare. La nostra insegnante ha provato più volte a spiegare che non era una guida e spiegava a noi, ma la guardia ha replicato, anche abbastanza scocciata, che ‘non si poteva fare perché le guide si sarebbero arrabbiate’. A questo punto abbiamo continuato la visita e la guardia ci ha seguito per verificare che la prof effettivamente non spiegasse. Ok, è una regola, ma questa guardia a una classe di studenti ha fatto passare il messaggio che la cultura è appannaggio di pochi, meglio se ricchi, e questa è una cosa terribile”.
A chiarire la posizione del Sacro Convento è, come detto, il portavoce dei francescani, fra Giulio Cesareo: previa premessa (“siamo veramente dispiaciuti della situazione spiacevole che si è creata e vorremmo chiedere scusa – anche di persona se possibile – se in qualche modo una persona del nostro staff ha urtato la sensibilità di studenti e insegnanti”), fra Cesareo spiega tra l’altro che “se ogni guida/accompagnatore/insegnante parlasse per il suo gruppo allo stesso tempo, in basilica ci sarebbe molta confusione e la stessa esperienza di visita per i presenti risulterebbe compromessa”. Oltre a ricordare le linee guida sulle visite dei gruppi (che vanno prenotate, come indicato anche nel sito dei frati e su visit Assisi), fra Giulio sottolinea anche che “radiotrasmittenti e auricolari hanno un costo per la nostra comunità, santificare o comprare nuovi auricolari monouso anche, così come va pagato il personale che svolge il servizio: per questo chiediamo un contributo di 3€ per ogni radiotrasmittente e auricolare. Tutto questo non giustifica affatto se in qualche modo abbiamo ferito le persone coinvolte nella vicenda. Rinnovo la richiesta di scusa e soprattutto – conclude il messaggio – la disponibilità sincera del Custode, fra Marco, a incontrare la classe”.