Denunciato il rischio Covid per le battute al cinghiale e per gli spostamenti dei cacciatori singoli, molti dei quali over 65
Configurano il reato di epidemia colposa gli ambientalisti che contestano l’ordinanza con cui la Regione Umbria consente ai cacciatori oggi e domani, giorni di zona arancione per il rischio Covid, gli spostamenti fuori dal territorio comunale. Ordinanza contro la quale le associazioni ambientaliste avevano diffidato la Regione, senza effetto. Ora per Wwf e Lac (ma l’iniziativa è sostenuta anche dal Coordinamento Ata (Animali Territorio Ambiente) Umbria, Animal Save Perugia e Avi Vegani Internazionale Umbria, ritengono che oltre che illegittima, tale delibera configuri anche il reato di epidemia colposa.
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E questo perché tra i circa 23 mila cacciatori umbri ci sono numerosi cinghialisti, che operano in squadre di 40-50 cacciatori che stanno insieme per svolgere diverse operazioni. “Questo comporta con ragionevole certezza – scrivono gli ambientalisti – la violazione delle norme sul distanziamento con rischio di creazione di focolai di contagio, per loro stessi e per chiunque incontrano nei loro continui spostamenti“.
Ma nel mirino finiscono anche i cacciatori singoli, che effettuano spostamenti anche di lungo raggio per raggiungere i capanni o le zone di caccia.
Gli ambientalisti, come avevano fatto a primavera, tornano a sottolineare il fatto che la caccia sia praticata da molti soggetti over 65, quindi più esposti al rischio Covid.
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Per gli ambientalisti, poi, la caccia “è attività voluttuaria non socialmente necessaria, dato che gli abbattimenti dei selvatici per pubblica incolumità spettano per legge agli agenti di PG a ciò preposti“. Oltre al fatto che è “fonte di pericolo” per comuni cittadini.
Quanto all’Umbria, poi, si ricorda che l’andamento dei contagi da Coronavirus ha indotto la Regione a posticipare al 25 gennaio il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori.
Infine si stigmatizza il fatto che l’ordinanza consente senza limiti comunali anche l’addestramento dei cani da caccia, che era permesso dal calendario venatorio umbro 2020/2021 solo dal 15/8 al 10/9/2020.