Caccia, al tavolo sui cinghiali scontro per valichi e richiami vivi

Caccia, al tavolo sui cinghiali scontro per valichi e richiami vivi

Massimo Sbardella

Caccia, al tavolo sui cinghiali scontro per valichi e richiami vivi

Sab, 08/05/2021 - 08:40

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Cinghiali, le proposte dei cacciatori e quelle degli agricoltori | Le associazioni venatorie: non aumentare le quote Atc per i danni durante la pandemia

La riunione era quella del tavolo permanente sui cinghiali. Ma delle proposte per ridurre la quantità di ungulati in Umbria si è discusso poco, perché al momento i nodi della caccia sono i tre nuovi valichi montani previsti nel Calendario venatorio e la nuova normativa sui controlli per la detenzione dei richiami vivi, deliberata dalla Giunta regionale lo scorso 5 maggio.

I richiami vivi

Una procedura, quella che consente di effettuare controlli anche a casa, che la Regione ha concordato con i carabinieri forestali. Senza però sentire nella Consulta il parere dei cacciatori. Che però dovrebbero occuparsi, tramite le associazioni venatorie e gli Atc, della gestione del cartaceo e del digitale.

I valichi montani

Una novità che non piace a molti cacciatori. Come quella, a proposito di cinghiali, legata alla filiera delle carni. E soprattutto l’introduzione dei tre nuovi valichi montani, in cui sarà vietato caccia, a Bocca Trabaria, Fossato di Vico e Carosina. L’assessore Morroni ha risposto che si tratta di un adeguamento a cui la Regione ha dovuto ottemperare. Stigmatizzando la sponda politica che alcune associazioni cercano nei consiglieri regionali. In particolare nel leghista Valerio Mancini, che ha annunciato in Commissione che non voterà il nuovo Calendario venatorio se non si troverà un accordo sui valichi montani.

Colombaccio

Quanto all’altro nodo tecnico che la politica deve sciogliere, relativamente al colombaccio, le associazioni faranno un ulteriore passaggio con gli uffici regionali per valutare i giorni di caccia in base alle valutazioni dell’Ispra sulla “finestra” temporale rispetto alle preaperture.

Cinghiali: le proposte dei cacciatori

Di cinghiali, alla fine, si è parlato ben poco. Perché gli uffici regionali non hanno avuto il tempo di valutare le proposte (alcune arrivate in ritardo) avanzate da associazioni degli agricoltori e venatorie. Queste ultime hanno presentato un documento unitario, firmato da Federcaccia, Anuu, Cpa, Enalcaccia e Libera Caccia.

Documento nel quale i cacciatori chiedono “maggiore rispetto” per le loro istanze. A cominciare dai danni di cui sono chiamati a rispondere negli Atc 1 e 3 al termine di una stagione fortemente limitata dalla pandemia. Le associazioni venatorie chiedono quindi che non venga chiesto alcun ulteriore contributo ai cacciatori per rimborsare i danni da cinghiali nell’ultimo anno. E si vuole maggiore trasparenza nell’accertamento dei danni.

Il contenimento, si ribadisce, deve essere effettuato da persone esperto e autorizzato o dalle squadre nei settori di competenza. La caccia di selezione deve essere organizzata “prevalentemente in aree non vocate”, con un regolamento unitario per gli Atc e un adeguamento del regolamento n. 34.

Si chiede inoltre di togliere la caccia al singolo in competizione con le squadre e di passarla nelle aree non vocate trasformandola in selezione e girata. Per i cacciatori non vanno autorizzate selezione e contenimenti in aree fortemente vocate per non provocare spostamenti dei cinghiali.

Si propone inoltre di riorganizzare i settori per “valore venatorio” delle squadre, ma senza tornare alla rotazione.

Per le associazioni non deve essere autorizzato il trappolaggio in maniera diffusa. Cosa che invece gli agricoltori vogliono e che sarà discussa nel prossimo tavolo sui cinghiali, fissato per la prossima settimana.

L’assessore Morroni si è detto disponibile a verificare la possibilità di derogare al coprifuoco, consentendo gli interventi fino a mezzanotte. La Regione intende inoltre prevedere un progetto specifico per i parchi regionali e mettere mano alle oasi.

Gli agricoltori

Gli agricoltori chiedono che venga aumentata la possibilità di piazzare gabbie a difesa dei propri terreni. E insistono sull’avvio della filiera delle carni di cinghiale, da cui possono derivare proventi.

Apprezzata la possibilità di cacciare i cinghiali in caso di mancato rapido intervento di selezione, ma si chiede di fare ancora di più su questo versante.

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