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Bps/Scs, Antonini sfida Bankit e Ministero Economia ricorrendo al Tar – Galli “mobiliteremo 18000 soci”

Redazione

Bps/Scs, Antonini sfida Bankit e Ministero Economia ricorrendo al Tar – Galli “mobiliteremo 18000 soci”

Mer, 13/02/2013 - 03:00

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Carlo Ceraso
Neanche le due ‘legnate’ assestate da Palazzo Koch in meno di 5 ore – che hanno disintegrato il ventennio di ascesa prima e di dominio poi di Giovannino Antonini – sembrano essere bastate a ridimensionare le velleità del dominus e dei suoi fedelissimi. Anzi, seguendo un copione visto negli ultimi anni da certa politica, l’ormai ex Cda della Spoleto Credito e Servizi è pronto a sfidare Bankitalia e lo stesso ministro dell’economia Vittorio Grilli, firmatari del commissariamento della cooperativa e della controllata Banca Popolare. Fedeli al proverbio che “l’attacco è la miglior difesa”, anche se tutto sembra remare contro.
Così dopo la notifica dei “sigilli” ai due istituti posti sotto amministrazione controllata, con Antonini pronto a convocare una conferenza stampa per spiegare le proprie ragioni, arriva in serata la presa di posizione del Leodino Galli, fino ad oggi consigliere con funzioni di segretario del board Scs. Anche lui – che della cooperativa era stato presidente fino a quando il cugino Antonini non lo defenestrò per riammetterlo in squadra lo scorso anno nell’assemblea “della vergogna” del dicembre 2011 (guarda qui) – oggi ha dovuto svuotare i cassetti e alzare i tacchi. Ma non per questo ha perso la grinta.
Mobiliteremo i soci – “Le motivazioni che hanno portato il ministero dell’Economia a porre in amministrazione straordinaria la Spoleto credito e servizi sono infondate” ha detto Galli all’Ansa annunciando che gli avvocati sono già al lavoro per proporre ricorso al Tar avverso la decisione della Vigilanza. “Siamo pronti a mobilitare i nostri 18 mila soci. E' falso che il nostro sia un consiglio litigioso così come che abbiamo esercitato le funzioni di capogruppo dopo la disdetta dei patti parasociali che invece scadono a giugno”. Bisognerà vedere se gli azionisti Scs scenderanno davvero in campo in difesa dell’ex Cda visto che a rischiare più di tutti è proprio il loro capitale e gli sforzi economici fatti negli anni in favore della controllante. Quanto alla scadenza dei patti parasociali resta il dubbio che questi non siano scaduti. Ieri, ad un quotidiano umbro, Antonini, mostrando la rinomata serenità aveva dichiarato che “nei patti è scritto chiaramente che la definitiva conclusione si deve raggiungere sei mesi dopo il primo bilancio utile della banca”. L’ennesimo bluff o una diversa interpretazione degli accordi? Difficile dirlo. Sul sito di Scs è però riportato in sintesi il contenuto dell’accordo che dal 1998 lega Banca MPS a Spoleto e che sembra dare ragione al termine dell’11 febbraio scorso imposto dal presidente Profumo. Leggiamo: “Scs è impegnata ad acquistare in proprio (la quota MPS, n.d.r.), ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2529 c.c., o da parte di un terzo, entro 6 mesi dalla data di approvazione dell’ultimo bilancio della Bps” (qui).

Il precedente – nella storia centenaria della banca fondata nel 1895, quello di oggi è il secondo commissariamento subito dalla Vigilanza. Il primo risale a 27 anni fa – correva l'anno 1985 – quando Bankitalia “congelò” per 25 mesi piazza Pianciani (dal 1 gennaio 1986 al 28 febbraio 1988).
L’inutile moral suasion eppure Bankit un segnale l’aveva mandato forte e chiaro all’inizio del 2011 quando, ricorrendo più ad un'azione di moral suasion che ai poteri in suo possesso, aveva invitato Antonini e il vicario Bellingacci ad abbandonare la presidenza di PopSpoleto. Nessuno però avrebbe mai immaginato che, nel volgere di una notte, i due, abbandonata Bps sarebbero tornati in sella addirittura della controllante. Cose che solo in Italia accadono. Ma è da questo momento che il potere di Antonini è andato traballando, nonostante per due anni sia riuscito ad evitare, a suon di carte bollate e blitz, persino le mozioni di sfiducia degli ex consiglieri Cucchetto, Raggi, Solfaroli e Protasi. Ancora pochi giorni fa, a sentire un fedelissimo, il dominus rispondeva così a chi cercava di convincerlo che l’unica mossa giusta fosse stata quella di presentare le dimissioni: “mi dimetto quando si dimette il Papa” avrebbe risposto. Patapumfete! Mai Antonini avrebbe potuto immaginare che Benedetto XVI lasciasse il soglio pontificio. Avvenuta, ironia della sorte, il giorno prima della visita dei commissari a piazza Pianciani.
La giornata nera – il titolo Bps, sospeso in apertura di Borsa, ha risentito pesantemente della decisione di Bankit tanto da perdere sul terreno, una volta riammesso a piazza Affari, il 7,4% fermandosi a quota 2,30€. Il terremoto ha scosso un po’ tutti i palazzi umbri, da Terni a Perugia, anche se la politica e le istituzioni sono rimaste trincerate dietro uno stretto riserbo. L’unico a parlare, a cavallo fra i due commissariamenti, è stato il sindaco di Spoleto con una nota scritta fin troppo in punta di forchetta: “In attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni che hanno portato alla decisione di commissariare Banca Popolare Spoleto – scrive Daniele Benedetti – esprimo la preoccupazione dell’amministrazione comunale per le sorti di un istituto fondamentale per il nostro tessuto economico e la speranza che la situazione possa chiarirsi e risolversi nel migliore dei modi”. Non aggiunge molto l'esponente Udc Maurizio Ronconi: “Il commissariamento della Banca Popolare di Spoleto e' motivo di grande preoccupazione oltre che di rammarico e ripropone la questione del credito in Umbria con la necessita' di aggregare piu' soggetti che possono svolgere ruolo trainante nel settore. Le Fondazioni bancarie e pure le banche di credito cooperativo operanti in Umbria a questo punto hanno il dovere di proporsi e di favorire una grande aggregazione per il credito regionale. Contrariamente, con linee di credito sempre piu' improbabili, con un costo del denaro superiore alla media, con un drenaggio dei risparmi verso altre regioni, svanira' ogni possibile volano per una ripresa delle attivita' artigianali ed imprenditoriali della regione“.

Nessun altro se l’è sentita di rilasciare dichiarazioni e commenti. D’altra parte lo strapotere acquisito trasversalmente negli anni da Antonini in tutta la Regione, facendo favori a destra come a sinistra, conquistando la fedeltà di quasi tutti i giornali e blog, come pure quella dei sindacati, deve continuare a consigliare ai più di rimanere in religioso silenzio. E’ anche grazie a questo potere e alle indiscusse capacità di uomo bipartisan che, sotto la sua guida, BPop Spoleto è indubbiamente cresciuta conquistando sempre più fette di mercato sul territorio interregionale e aprendo sempre più sportelli. Fino a quando la situazione non gli è sfuggita di mano. Segnando definitivamente la fine dell’era Antonini. Sulla quale, non bastasse, pendono ancora alcune inchieste avviate dalla procura della repubblica.
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