Banca d'Italia, terremoto frena turismo | L'Umbria corre meno, ma cresce ancora - Tuttoggi.info

Banca d’Italia, terremoto frena turismo | L’Umbria corre meno, ma cresce ancora

Alessia Chiriatti

Banca d’Italia, terremoto frena turismo | L’Umbria corre meno, ma cresce ancora

PIù occupazione, forte la domanda interna | Cala il volume delle esportazioni
Mar, 13/06/2017 - 19:13

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Un calo del fatturato superiore al 40%  per la metà delle aziende turistiche umbre: è stato questo l’effetto del terremoto che ha colpito il centro Italia e la parte sud-orientale dell’Umbria a partire dallo scorso 24 agosto con una lunga serie di eventi sismici, culminati con la scossa di fine ottobre, la più intensa in Italia dal 1980. Storia più o meno nota, ma che con i dati presentati questa mattina in Piazza Italia a Perugia e pubblicati dal rapporto della Banca d’Italia sull’Economia dell’Umbria assume tutt’altra valenza. In particolare però, e questo dovrebbe aprire una riflessione ben più ampia, se si pensa che il turismo in Umbria costituisce il 4% del Pil totale.


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L’economia in Umbria comunque cresce: piano, ma sale ancora. un altro dato positivo se si pensa che, come hanno avuto modo di affermare questa mattina gli economisti di Bankit, l’Italia ha subito più di tanti altri Stati nel panorama internazionale la crisi del 2008 e che proprio il Cuore Verde d’Italia ha sofferto più di tante altre regioni dello stivale. Dopo il forte recupero del 2015 (+1,9%), lo scorso anno l’attività economica regionale ha continuato a crescere seppure a un ritmo meno sostenuto (+0,6% in base alle prime stime disponibili). Un andamento frenato non solo dal terremoto, ma anche dal dato sulle esportazioni, nonostante queste ultime tengano nel settore agroalimentare. La domanda interna si è invece rafforzata grazie all’espansione di consumi e investimenti. Gli operatori si attendono per il 2017 la prosecuzione della fase di crescita, in un contesto ancora incerto.


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Tornando al terremoto, le ricadute sul territorio regionale si sono avuto soprattutto sul turismo e sul piccolo commercio. Prova ne è che più di un terzo delle 38mila abitazione censite nel 2011 nella zona era vuoto o occupato da non residente, segnale da un lato dello spopolamento delle zone colpite e dall’altro della loro vocazione turistica. 4mila le imprese colpite dal sisma, per un indotto di 13mila addetti. Banca d’Italia ha calcolato che la ripresa dei flussi turistici registratasi in Umbria dal 2014 si è fermata già dopo la prima scossa di agosto. Ne ha risentito anche la redditività: nel 2016 la quota di aziende turistiche con un bilancio in perdita (più di quattro su dieci) è quasi raddoppiata rispetto all’anno precedente: quelle che hanno chiuso in utile sono scese a meno di un terzo (erano il 50% nel 2015). Per l’anno in corso, inoltre, gli operatori si attendono un’ulteriore riduzione di fatturato e reddito.

Cresce anche la produzione di beni e servizi, aumentata per il secondo anno consecutivo. A trainare l’economia umbra sono l’agroalimentare, la meccanica e il settore del tessile e dell’abbigliamento. I livelli di attività dell’edilizia sono rimasti modesti per l’elevato invenduto e per il calo nella realizzazione delle opere pubbliche. Nei servizi le vendite sono lievemente aumentate, grazie al buon andamento della domanda di beni durevoli. Il comparto culturale, principale leva di attrazione turistica in regione, ha continuato a evidenziare segnali di crescita: gli introiti relativi a musei, monumenti e aree archeologiche statali sono aumentati (+21,4%) per il terzo anno consecutivo.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, frena l’occupazione per il lavoro autonomo (-1,5%), dopo la marcata crescita dell’anno precedente (+3,1%). Tra i dipendenti, stazionari, è tornato ad aumentare il ricorso a forme contrattuali meno stabili; le assunzioni a tempo indeterminato si sono pressoché dimezzate, in corrispondenza degli sgravi contributi. Va meglio per le donne e i laureati. Il tasso di disoccupazione è sceso al 9,6%, il minimo dal 2011; vi ha influito la crescita degli inattivi (+3,0%), concentrata tra coloro che si dedicano ad attività di studio o formazione.

Un dato positivo poi riguarda la fiducia delle famiglie: all’inizio del 2016 in Umbria esse valutavano la propria situazione economica in miglioramento. Nel corso dell’anno è proseguita la fase di moderata crescita del loro reddito disponibile (+1,5%) con riflessi positivi sui consumi. Migliora anche la qualità del credito. A scendere invece è la spesa delle Amministrazioni locali umbre (-3,3%), così come le entrate correnti degli enti territoriali (-0,6%).

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