Le indagini delle forze dell'ordine hanno anche portato a perquisizioni domiciliari, molti giovanissimi sarebbero già seguiti dai servizi sociali, altri appartengono anche a famiglie benestanti
Ci sarebbero ragazzi già seguiti dai servizi sociali ma anche figli di famiglie benestanti tra i membri delle cosiddette baby gang che, qualche settimana fa, hanno sconvolto l’Altotevere con alcuni video sui social a dir poco inquietanti.
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L’unico punto in comune – e ciò renderebbe i fatti ancora più preoccupanti – è che quasi tutti sarebbero minorenni (italiani e stranieri) residenti tra Umbertide e Città di Castello. Le indagini delle forze dell’ordine, ad oggi, avrebbero individuato molti, se non tutti, i protagonisti di quei filmati.
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Ovviamente gli inquirenti lavorano nella massima riservatezza, considerando anche che di mezzo ci sono giovanissimi ben lontani dalla maggiore età ma, a quanto pare, già avvezzi a maneggiare armi (nella foto un frame), sfogliare mazzi di banconote e fare mega risse nei parchi in cerca di vendetta nei confronti della banda rivale.
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I carabinieri, in queste settimane, avrebbero effettuato anche numerose perquisizioni domiciliari sia ad Umbertide che a Città di Castello (con il conseguente choc dei genitori inconsapevoli), grazie alle quali sarebbero stati ritrovati numerosi oggetti (coltelli, pistole e perfino una katana) e indumenti (soprattutto i passamontagna usati per celare i volti) già “apparsi” nei video incriminati. A quanto pare non mancherebbero nemmeno sostanze stupefacenti.
In attesa di nuovi sviluppi, che potrebbero arrivare a giorni, tutto il materiale di indagine raccolto durante i controlli delle forze dell’ordine sarebbe ora in mano al Tribunale dei Minori di Perugia. Potrebbero fioccare decine e decine di denunce.