Secondo il consigliere regionale Maria Rosi (Pdl) l’aumento delle tariffe del 29 per cento per chi svolge la libera professione, unitamente ai 10 euro di ticket per le visite specialistiche, “spingerà gli umbri verso il privato e i grandi professionisti verso altre regioni”. Per Rosi “meglio sarebbe stato far pagare 1 euro di ticket sulle ricette o far svolgere l’extramoenia anche a primari o responsabili di struttura senza penalizzare le loro carriere”.
“Dopo tante promesse di non aumentare le tasse per i cittadini umbri, con l’annuncio della Regione Umbria dei soli mini-ticket da 10 euro esclusivamente per le visite specialistiche, i nostri governanti regionali, ai quali piace stupire i cittadini con gli effetti speciali, hanno deciso di aggiungere l’ennesimo, originale balzello, che entra in vigore da oggi: l’aumento delle tariffe del 29 per cento per chi svolge la libera professione”. Questo il commento di Maria Rosi (Pdl) alle misure annunciate dalla Giunta regionale.
“In questo modo gli strateghi della Giunta regionale hanno inteso spingere gli umbri verso il privato – spiega Rosi – togliendo all’azienda sanitaria pubblica il contributo dei grandi professionisti. L’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni prevede il recupero di 10,9 milioni di euro ma – sostiene Rosi – è impensabile che si possano recuperare somme ragguardevoli da questa scellerata operazione che, invece, otterrà l’effetto contrario, facendo diminuire la domanda interna all’azienda sanitaria”.
Secondo Rosi si tratta perciò della “ennesima dimostrazione di mala gestione della sinistra che, invece di tutelare i cittadini cercando di migliorare i servizi a loro disposizione, finirà per creare disservizi. Chiaramente i danni li subiranno anche i grandi professionisti i quali, loro malgrado, dovranno aumentare le tariffe. Nessuno si stupirà della fuga dei camici bianchi verso altre regioni”.
Le soluzioni alternative, secondo la Rosi, avrebbero potuto essere quella di “far pagare 1 euro di ticket sulle ricette, forse l’unica in grado di garantire il recupero di quei 10,9 milioni”, oppure “invece di mantenere le logiche di intramoenia allargata, meglio sarebbe stato dare al medico, anche se primario o responsabile di struttura, la possibilità di svolgere direttamente l’extramoenia senza penalizzare le carriere, come avviene in altre regioni. Una scelta che avrebbe portato nelle casse della Regione dagli 800 ai 1400 euro al mese per ciascun professionista”.