Era letteralmente grmita di giovani l'Aula Magna dell'Università di Perugia, che ha accolto ieri pomeriggio Roberto Vittori, Gregory Harold Johnson e Andrew Jay Feustel, gli astronauti della missione STS-134, l’ultimo volo dello Shuttle Endeavour; ad accompagnarli il professore Roberto Battiston, responsabile nazionale del progetto AMS.
Tanto calore e grande curiosità per conoscere i segreti dello spazio, la vita lontano dalla terra, la soddisfazione e la fatica di essere astronauti; parecchie anche le domande del pubblico e alla fine tutti a caccia di foto ricordo e autografi. Vittori, Johnson, il pilota, e Feustel, geofisico, hanno raccontato la loro esperienza, la loro vita, la carriera, il lavoro sulla Stazione spaziale internazionale.
Ad accoglierli il rettore Francesco Bistoni, il professor Gianni Bidini, preside della Facoltà d’Ingegneria, il vice sindaco di Perugia, Nilo Arcudi, che ha dato il benvenuto ufficiale della città ai tre astronauti, il direttore della Sezione di Perugia dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dottor Pasquale Lubrano e la professoressa Bruna Bertucci, responsabile dell’unità di ricerca di Perugia. L’iniziativa si inserisce all’interno del tour europeo dell’equipaggio della missione STS-134, organizzato congiuntamente dall’agenzia spaziale europea, ESA, e dall’agenzia spaziale italiana, ASI. All’ organizzazione locale dell’incontro ha contribuito il Perugia Science Fest.
“STS-134 è stata una missione speciale per l’Italia e per Perugia – ha evidenziato Vittori – per aver portato sulla stazione l’esperimento AMS: darà infatti importanti risultati, ma soprattutto rappresenterà grande opportunità per i giovani che si dedicheranno alla fisica e per la scienza”.
“L’esperimento Ams è frutto di una collaborazione scientifica che ha coinvolto Perugia e Terni smentendo tutti coloro che sostengono che esiste una separatezza fra le due sedi – ha messo in luce il rettore Bistoni -. Rappresentano invece un’eccellenza, un unicum dove ognuno offre le sue peculiarità, fatte di insegnamento e di ricerca; per un’ Università di Perugia che, da oltre 700, anni gode di un prestigio nazionale ed internazionale. L’esperienza dei laboratori guidati dal professor Battiston, grazie all’attività di tutti i suoi collaboratori, testimonia il fatto che non è necessario avere tanti corsi di laurea quanto avere strutture in rete che lavorano in sinergia nel territorio mettendo a frutto, in termini scientifici e di innovazione, le migliori intelligenze presenti nel territorio stesso”.
“Quanto è stato fatto è la dimostrazione di come, anche in un momento di scarsi mezzi finanziari, si sia riusciti a dar vita ad un prodotto di eccellenza – ha rilevato Bertucci -; tutto questo nel contesto di una collaborazione internazionale in cui Perugia, con l’Università e la sezione Infn, con l’apporto di ricercatori precari, di laureandi e dottorandi, di tecnici, del personale tutto, ha realizzato il cuore dell’esperimento ad elevatissima tecnologia”.
“La missione sta procedendo benissimo – ha sottolineato Battiston -; stiamo raccogliendo infatti molti dati, ma i primi risultati scientifici affidabili ce li aspettiamo per l’anno prossimo. Di certo sino ad ora la missione sta andando in maniera spedita, con risultati che vanno al di là delle nostre previsioni”.
La missione STS-134, ultimo volo dello Shuttle Endeavour, è partita da Cape Canaveral lo scorso 16 maggio e si è conclusa il 1° giugno. Obiettivo principale della missione è stata l’installazione dell’esperimento AMS-02 sulla
Stazione Spaziale Internazionale: il 19 maggio AMS-02 è stato collegato alla ISS dove rimarrà stabilmente per tutto il suo periodo di vita, almeno dieci anni.
I ricercatori dell’ateneo perugino e dell’istituto di fisica nucleare che hanno progettato e costruito AMS hanno collaborato in questi anni con l’equipaggio della missione, in particolare con l’astronauta Roberto Vittori che si è laureato in Fisica a Perugia ed ha effettuato le operazioni di movimentazione per estrarre AMS dallo shuttle.