Luca Biribanti
“Le offerte che abbiamo ricevuto finora non sono accettabili: stiamo lavorando con la Commissione Ue per una soluzione che rispetti sia gli interessi di Outokumpu” – da Londra arriva la doccia fredda per una veloce e soddisfacente conclusione della vicenda legata alla cessione dell'Ast. Il Ceo della multinazionale, Mika Seitorvita, non ha ritenuto di suo gradimento le offerte che i principali candidati all'acquisto del sito produttivo ternano (la cordata lussemburghese Asperam più Marcegaglia e Arvedi, e il fondo d'investimento statunitense, Apollo, ndr) hanno avanzato per l'acquisizione della produzione di acciaio pregiato.
I finlandesi prendono tempo, visto che maggio, mese in cui l'UE aveva stabilito l'ultimatum per definire la trattativa, è ormai finito e che non ci sono date certe che possano garantire una risoluzione a breve termine della delicata transazione.
Ironia della sorte, se non beffa vera e propria, la notizia che riguarda Terni, arriva da Londra, dove la multinazionale era impegnata nella presentazione del nuovo Fdx, un materiale particolarmente flessibile e adatto a impieghi dove è richiesta massima resistenza e massime prestazioni.
Il numero uno Outokumpu ha anche illustrato la nuova strategia pricing, cioè le azioni da mettere in atto per migliorare i margini e i profitti dell'azienda, con un occhio sempre attento ai vantaggi che ci sarebbero anche per la clientela.
Seitorvita è stato chiaro: “Entro il 2017 risparmieremo 200 milioni di euro, in relazione all'acquisizione dell'Inoxum, ulteriori 150 milioni saranno risparmiati entro la fine del 2014”.
Outokumpu ha deciso di rivedere la sua strategia e il suo bilancio, revisione che ha determinato il ritardo della compravendita dell'Ast.
“Vogliamo arrivare a una soluzione che soddisfi noi e la Commissione Europea” – ha detto Seitorvita – “non vogliamo per questo divulgare dettagli del processo di dismissione. Forniremo maggiori aggiornamenti dopo aver visto i risultati del secondo trimestre”.
Lo scenario internazionale sembra schiacciare lo sforzo che a livello locale si sta facendo per cercare di salvaguardare gli interessi di Terni e dei suoi lavoratori: oggi c'è stata una doppia seduta del consiglio comunale proprio dedicata all'Ast. Dopo l'alt di Outokumpu la seduta della mattina non ha prodotto sostanzialmente risultati, se non lo sconcerto e il disorientamento del consiglio. Lo stesso sindaco, Leopoldo Di Girolamo, è stato preso in contropiede: “Le dichiarazioni di Mika Seitorvita ridisegnano lo scenario e obbligano tutti noi a fare una nuova valutazione complessiva della situazione”.
Nella seduta di oggi tutti i gruppi consiliari hanno espresso l'opportunità di concertare una documento condiviso per chiedere l'intervento del governo e della Commissione Europea.
Sindacati e istituzioni chiedono di essere parte attiva nel processo che porterà alla cessione del polo siderurgico ternano, ma, al momento, non si hanno in mano neanche i piani industriali che i candidati vorrebbero applicare all'acciaieria.
Intanto, nell'ombra, c'è l'offerta non vincolante dei cinesi della Thishang, visti a Terni visitare gli stabilimenti di Viale Brin. Che questo continuo rimandare nasconda la volontà di cedere agli asiatici?
Intanto le sigle sindacali ribadiscono quanto già espresso in occasione delle manifestazioni del “non si tocca un bullone”, leggiamo la nota:
Le Segreterie Provinciali di FIM, FIOM, UILM, FISMIC, UGL, a fronte delle dichiarazioni rilasciate dall’Amministratore Delegato di OUTOKUMPU secondo il quale le offerte finora ricevute per la vendita del sito di TERNI non sono accettabili e che OUTOKUMPU sta lavorando con la Commissione U.E. per una soluzione che rispetti sia gli interessi della stessa società cedente, sia le richieste dell'Antitrust di Bruxelles a tal proposito dichiarano e rivendicano:
a fronte del complicarsi della situazione inerente la vendita del sito di TERNI e a fronte dei mutati scenari, le OO.SS. richiedono che la gestione della vicenda stessa sia spostata dal tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico a quello della Presidenza del Consiglio;
che la doppia discussione in sede Governativa sia con la Società cedente, per i criteri di vendita, sia con la Società acquirente, sui piani industriali e operativi debbano tener conto della irrinunciabilità, per il sito di TERNI, delle certezze dei volumi, dei livelli occupazionali e delle risorse finanziarie adeguate e che il prosieguo della vicenda, a partire da oggi, sia seguita direttamente dalla Presidenza del Consiglio onde evitare che nei progetti di razionalizzazione della siderurgia europea, annunciati dopo il 11 Giugno 2013 al seguito di un apposito piano, da presentare in sede U.E., complichi e comprometta il futuro del sito di TERNI;
le OO.SS. ritengono irrinunciabile la definizione dei tempi certi entro cui la vendita deve essere completata al fine di dare congruenza al prosieguo delle produzioni e delle prospettive future dell’intero sito di TERNI, impedendo di fatto che sullo stesso sito vengano scaricati “costi improvvisi” che possono impedire o ritardare la conclusione della vicenda stessa;
che il sito di TERNI deve essere venduto con tutte le sue produzioni, compreso il Tubificio di Terni, che riteniamo essere irrinunciabile per le prospettive presenti e future del sistema produttivo Acciai Speciali.