Le fermate produttive comunicate da AST nei giorni scorsi hanno messo in allarme le Rsu dello stabilimento siderurgico ternano; situazione che, che secondo i sindacati, smentisce la lettura di “segnali positivi” che provengono dall’azienda.
Oltre allo stato di difficoltà del mercato globale, i sindacati rilevano un problema strutturale di strategie di AST, questione che è al centro delle vecchie e recenti rivendicazioni e che hanno portato alla richiesta di incontro al Governo.
La Fiom – tramite una propria nota – fa sapere sottolinea come, dopo la scadenza dell’accordo siglato al ministero 4 anni fa, la proprietà di AST avrebbe messo in campo scelte che indebolirebbero il sito siderurgico.
“La stessa gestione della fermata di febbraio è testimonianza – si legge nella nota sindacale – da un lato dei problemi di ordinativi che ci sono e dall’altro di una volontà precisa di scaricare sui lavoratori questa situazione, facendo “pagare” ai soliti noti le criticità gestionali aziendali. Oltre alle difficoltà esterne, non c’è chiarezza sulla strategia commerciale, sulle prospettive, sul portafoglio ordini dei mesi futuri, sull’utilizzo impianti e sull’organizzazione del lavoro. Ma mix produttivo, manutenzioni, attività lavorative e via dicendo non possono essere un optional per un’azienda complessa come Acciai Speciali Terni. E’ evidente che tutto questo genera preoccupazione, ma anche difficoltà di gestioni interne nel rapporto con i lavoratori diretti ed indiretti. Non è possibile che questa azienda, nascondendosi dietro la crisi, non assuma impegni precisi nella gestione complessiva del sito”.
Le Rsu della Fiom-Cgil puntano il dito contro la mancata convocazione dell’azienda del tavolo per il rinnovo del contratto integrativo, nonostante ll fatto che l’8 gennaio 2019 l’azienda abbia assunto l’impegno di formulare una proposta rapida.
“E’ evidente che tutte queste questioni non aiutano un sistema di relazioni che dovrebbe, in questa fase delicata, essere costruttivo e finalizzato a superare le difficoltà presenti in AST, attraverso la partecipazione dei lavoratori. Gli annunci e i buoni propositi ormai non tengono più. Serve chiarezza di strategia, e risposte certe e concrete sulle questioni da troppo tempo aperte. Ormai i nodi sono giunti al pettine – conclude la Fiom – e non possiamo esimerci dall’evidenziare, al netto delle difficoltà oggettive, una gestione delle relazioni e dei rapporti non costruttiva e non utile agli obiettivi che più volte vengono annunciati”.