Luca Biribanti e Serena Rischia
Competitività nel lungo periodo, igienicità, resistenza alla corrosione, aspetto estetico e, soprattutto, riciclabilità; queste le caratteristiche che fanno dell'acciaio il secondo materiale più utilizzato la mondo, dopo il cemento. Aggiungiamo: “Facciamola finita con questa storia che i nostri figli devono andare tutti a lavorare nelle borse di Milano e Londra: la manifattura è un settore irrinunciabile della nostra economia” – le parole di Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea, che hanno chiuso il convegno sull'acciaio organizzato ieri dal Pdl presso la sala congressi del Garden Hotel.
Proprio Tajani ha avuto il merito di riportare il problema della produzione siderurgica sul piano politico internazionale, con un piano europeo per l'acciaio, un settore in cui l'Europa eccelle nella competitività dei mercati mondiali, e il polo siderurgico di Terni è uno stabilimento di priamo piano per il Vecchio Continente.
È stato l'ad della Tk-Ast, Marco Pucci a dare una notizia positiva per quanto riguarda la soluzione della compravendita con Outokumpu: “Entro l'anno saremo con un grande gruppo e competitivi sul mercato internazionale. Sono fiducioso” – questa la frase sibillina di Pucci che per esporsi così deve avere valide ragioni.
Al convegno hanno preso parte tutte le forze produttive del territorio, i rappresentanti sindacali delle varie sigle, le istituzioni locali e regionali, un fronte compatto che sta cercando di difendere il lavoro e il futuro di un intero territorio. “Qualcuno ha provato a sostenere che si può fare a meno del settore manifatturiero – ha detto Tajani – facendo un errore nel passato. La manifattura è ancora il futuro per questa città, al momento non ci sono modelli alternativi”.
Al tavolo dei lavori, coordinato da Massimo Mantovani, hanno preso parte, per il Pdl, Luciano Rossi (senatore Pdl), Pietro Laffranco (deputato Pdl), Raffaele Nevi (capogruppo regionale Pdl) che ha introdotto i lavori, Alfredo Pallone (eurodeputato, membro commissione affari economici), Rocco Girlanda (sottosegretario di stato al ministero delle infrastrutture).

Tra gli interventi più interessanti, quello di Mattia Pellegrini, capo unità direzione generale industria – Commissione Europea: “Dobbiamo determinare i contenuti del piano d'azione e le tappe dell'attuazione. Ci sono crisi più gravi di quella presente a Terni. L'Europa rimane il secondo produttore mondiale nonostante la crisi. Dal 2008 si sono persi 40000 posti di lavoro nell'acciaio. È stimato che la domanda d'acciaio ritornerà a crescere e registriamo un +16 milioni di tonnellate di export nel 2012 verso i mercati esteri. Per il rilancio della domanda sono necessari alcuni passi: rilancio dell'automobile e delle costruzioni. L'esportazione dei rottami verso paesi orientali come la Turchia hanno segnato un duro colpo per l'Italia, ricca di fornaci”.
L'intervento dell'ad, Marco Pucci ha sottolineato come l'Italia non sia strutturalmente pronta a competere col mercato internazionale: “Non ci sono più spazi per le riflessioni, bisogna dare seguito alle parole. Non rischiamo di perdere di vista i nostri patrimoni industriali. Accolgo con benevolenza il piano d'azione europeo per l'acciaio, ma siamo soffocati da una burocrazia invadente, una macchina della giustizia caratterizzata da eccessi e infrastrutture obsolete”.
A margine del convegno è arrivato l'intervento che tutti aspettavano, quello di Antonio Tajani: “La siderurgia è il cuore pulsante del sistema economico ternano. Quando ci sono momenti di difficoltà bisogna avere il coraggio di lasciare gli interessi di parte e di tutelare quelli nazionali, anche se non è facile; ma da italiano che vive fuori dall'Italia, c'è da essere orgogliosi quando a Bruxelles sento i commenti sul nostro paese che ha saputo trovare l'unità in un momento delicato come questo.
Agli italliani – continua Tajani – abbiamo chiesto sacrifici ma non abbiamo fornito sufficienti garanzie di crescita, e per quanto mi riguarda il mio obiettivo è quello di difendere il lavoro. Qui non si tratta più di fare politica industriale, ma garantire la sopravvivenza di un continente, non solo della città di Terni. Ecco perchè è fondamentale un piano industriale europeo, non basta la finanza, ma serve l'economia reale.
Quello che vogliamo – dice ancora Tajani – è che la qualità della produzione d'acciaio europea non sia messa a repentaglio dalla concorrenza sleale della produzione extraeuropea. Il polo ternano deve essere difeso anche per la qualità, oltre che per la quantità. La qualità è frutto di un lavoro congiunto del sito complessivo; non dobbiamo rinunciare all'intera catena produttiva ternana: il mio impegno sarà perchè anche il tubificio rimanga integrato nel polo siderurgico”.
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