Qualcuno non vuole prendersi la responsabilità di portare a termine uno dei progetti che potrebbe portare la Cascata delle Marmore ad avere una delle attrazioni più spettacolari al mondo, con ricadute a livello economico e turistico potenzialmente eccezionali per il territorio. L’ascensore della Cascata continua ad essere un tabù per Regione e Comune, così come è emerso dalle ultime notizie raccolte da Tuttoggi, con gli Enti che si rimpallano responsabilità. Da una parte c’è il Comune che, tramite l’assessore Giovanni Maggi, ha detto che palazzo Spada aspetta cenni dalla Regione; l’assessore regionale De Rebotti ha invece detto che spetta al Comune presentare un progetto alla Regione perché l’area è di gestione comunale.
Ascensore Cascata, il progetto è già approvato in una prima fase
Il punto è che un progetto approvato in parte già esiste, quello deliberato dalla giunta Latini con una determina firmata dal dirigente Piero Giorgini, la numero 1628 del 20/06/2022 (documento nel quale vengono richiamate richiamate la delibera di giunta 110 del 07/05/2021 e la determina 1866/2021, aventi per oggetto il “Progetto Water Ways, infrastrutture per la mobilità dolce Cascata delle Marmore e lago di Piediluco, con tanto di contratto di sponsorizzazione in servizi stipulato tra il Comune di Terni con la ditta Marcangeli Giunio Srl, lo studio di fattibilità trasmesso dall’architetto Miro Virili e la conferenza dei servizi che ha dato esito positivo). Lo stesso dirigente ha messo nero su bianco: “Di approvare le risultanze conclusive della conferenza dei servizi preliminare sul PFTE avente per oggetto “PROGETTO WATER WAY – Infrastrutture per la mobilità dolce Cascata delle Marmore Piediluco, di cui all’allegato verbale prot. 0098277 del 20.6.2022 a firma del Responsabile Unico del Procedimento”. L’allora Rup, Federico Nannurelli scrive nel documento: “Alla luce di quanto sopra, effettuati i dovuti riscontri ed approfondimenti, interruttivi del procedimento, si ritiene conclusa positivamente la conferenza dei servizi preliminare, rinviando al livello progettuale definitivo il rispetto di tutte le indicazioni, condizioni, suggerimenti e raccomandazioni acquisite in detto procedimento. In relazione alla natura dell’intervento, l’impatto e la portata dello stesso, si propone al sig. Sindaco di promuovere l’accordo di programma ai sensi dell’art. 34 del D.Lgs. 267/00, con la Regione Umbria, significando che le opere pubbliche previste dal PFTE sono in variante allo strumento urbanistico.
Marcangeli “Bisogna avere voglio di mettersi a un tavolo e operare”
L’ideatore del progetto dell’ascensore, l’imprenditore Giunio Marcangeli, ha rivelato a TO che il progetto per lui è ancora valido: “Il discorso è molto semplice – ha detto Marcangeli a TO – si tratta semplicemente di mettersi a un tavolo e trovare il modo di portare a termine il progetto, considerando che sia Regione che Fondazione Carit si erano impegnati per un finanziamento di circa 6 milioni a testa. Io ho consegnato il progetto in Comune e lì si è poi arenato il discorso”.
La parte del Comune
Quando ci siamo recati dall’assessore Maggi abbiamo avuto estrema apertura sulla possibilità di realizzare il progetto, ma lo stesso Maggi ha poi specificato che il Comune è in attesa delle mosse della Regione per accendere la miccia che possa dare il via, anzi riprendere a questo punto, l’iter burocratico. Basterebbe riprendere quanto di buono già fatto dalla Giunta Latini e incardinare un accordo di programma con la Regione: non si capisce dunque per quale motivo tutto viene scaricato su palazzo Donini quando il Comune avrebbe già pronti gli strumenti per agire.
La parte della Regione
La Regione, che si era già detta disponibile (almeno a parole) a finanziare il progetto ascensore con 6 milioni di euro durante la giunta Tesei, ha tecnicamente risposto, forse, in modo corretto, sostenendo che spetta al Comune fare il primo passo per iniziare a mettersi intorno a un tavolo e iniziare la progettazione vera e propria. Ma è anche vero che, a prescindere dalle competenze tecniche, si dovrebbero superare ostacoli politici e prendere in mano la situazione qualora il progetto interessi veramente. Per farla semplice: anche se tecnicamente non sarebbe di sua competenza, cosa impedisce all’assessore De Rebotti di prendere in mano la situazione e convocare un tavolo con tutti i soggetti coinvolti? Come ad esempio fece l’ex assessore regionale, Enrico Melasecche, che si era fatto promotore di un tavolo permanente, ma le imminenti elezioni e il risultato conseguente hanno ovviamente scombinato le carte, anche se Melasecche continua a seguire molto da vicino la vicenda e ancora cerca di spingere sulla realizzazione dell’infrastruttura.
Ascensore Cascata e l’esempio ponte tibetano a Sellano
Cerchiamo di ragionare su qualcosa che è già stato fatto e che funziona a meraviglia. Parliamo del ponte tibetano più alto d’Europa, quello di Sellano. Il sindaco non ha voluto un ponte, ma il ponte, cioè un’attrazione unica nel suo genere. Un paio di telefonate, qualche riunione e il Comune in pochi mesi ha incassato cifre record e con oltre centomila visitatori in un anno. L’amministrazione di Sellano, contattata da Tuttoggi, non ha voluto fornire le cifre riguardanti gli incassi del ponte, ma per farsi un’idea, nel weekend di Pasqua 2024, sono stati staccati biglietti pari a 50mila euro. Ora, forse, si potrebbe immaginare, alla Cascata più alta d’Europa, un ascensore unico nel suo genere che porta turisti fino al salto più alto dell’imponente meraviglia naturalistica. Non abbiamo la controprova sul fatto che possa essere un’attrazione apprezzata, ma solo a immaginarla è difficile pensare il contrario.
I numeri del ponte di Sellano
Recentemente sono stati forniti i numeri relativi al ponte di Sellano che ha registrato cifre record a un anno dall’apertura. La stessa governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti, ha definito il progetto “coraggioso”, “apripista” e “un esempio per tutta la Valnerina”, ma al momento sembra che la pista dell’ascensore della Cascata non sia percorribile. Il sindaco di Sellano, Attilio Gubbiotti, ha recentemente organizzato un convegno per fornire pubblicamente alcuni numeri significativi: “Una follia, volevamo creare uno shock per arricchire e valorizzare il nostro territorio – ha spiegato il sindaco di Sellano. Oltre 50mila accessi in un anno, oltre 100mila visitatori in 12 mesi, utilizzando fondi PNRR e con un investimento da poco più di un milione di euro che ha rilanciato un territorio devastato dal terremoto e minacciato dallo spopolamento, con appena 970 residenti. Hanno aperto nuove attività, sono arrivati nuovi residenti e per lo più giovani, gli immobili si sono rivalutati verso l’altro, una serie di benefici a cascata che hanno fatto la storia recente di questi borghi. Non solo. Grazie agli incassi del ponte tibetano l’amministrazione di Sellano ha potuto abbassare le tasse, togliere l’addizionale Irpef del Comune e stabilizzato l’aumento della Tari.
© Riproduzione riservata