Dall’essere stato indicato come il responsabile che ha fatto saltare il progetto dell’ascensore della Cascata delle Marmore. il sindaco di Terni Stefano Bandecchi è rimasto l’unico a spingere affinché l’infrastruttura si faccia. “Il sindaco e l’esecutivo considerano il progetto di assoluta importanza per il territorio, ma aspettiamo che qualcuno dalla Regione faccia scoccare la scintilla per metterci intorno a un tavolo e iniziare a parlarne concretamente” – è quanto dichiarato a TO dall’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Terni, Giovanni Maggi. L’ex assessore regionale Enrico Melasecche aveva preso in mano la situazione: “Ci penso io, faremo un tavolo permanente” – aveva detto – ma poi le elezioni Regionali hanno fatto saltare tutto. Tutti ricorderanno la furiosa reazione di Bandecchi alle esternazioni di Lucio Nichinonni (ex assessore della Giunta Bandecchi poi passato a FI) che aveva inoltrato due missive di fuoco a Regione e Fondazione, i due Enti che avrebbero dovuto finanziare una parte dell’opera per circa 6 milioni a testa, per avere chiarimenti. E forse non aveva torto: vediamo perché.
Regione “Aspettiamo il progetto”
Con il nuovo corso delle elezioni Regionali e l’insediamento dei nuovi assessori di centrosinistra, abbiamo avuto riscontro dall’assessore ai Lavori Pubblici, Francesco De Rebotti: “In Regione non c’è alcun progetto – ha dichiarato De Rebotti a TO – il Comune di Terni è il gestore della Cascata e responsabile di tutti i lavori e infrastrutture. La Regione c’è ed è pronta a valutare tutto ciò che può portare sviluppo e beneficio all’area di Terni”. In sostanza la Regione aspetta che il Comune si faccia avanti, il Comune aspetta la Regione, ma la sensazione è che questo progetto non decollerà, almeno finché i soggetti coinvolti non saranno tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Non ci sarà ancora un progetto, ma c’era un impegno (a parole) di 6 milioni di euro, che niente non è. Quindi, al contrario di quanto aveva intenzione di fare l’ex assessore Melasecche (al quale l’ideatore del progetto Giunio Marcangeli aveva affidato le carte, ndr), De Rebotti non ha intenzione di prendere la situazione in mano e lascia che sia il Comune a fare la prima mossa. E la Fondazione?
Fondazione Carit “No Comment”
Che la Fondazione Carit abbia alcune perplessità sulla reale possibilità di realizzare l’opera si era già intuito quando l’allora ex presidente, Luigi Carlini, rispondendo a TO aveva affermato: “Il progetto è ormai datato ed è entrato in una querelle politica a cui la Fondazione è e deve restare estranea. Il sindaco è ben informato sulla posizione della Fondazione che era tra i soggetti promotori”. Ma almeno Carlini aveva risposto, mentre il nuovo presidente della Fondazione, Emiliano Strinati, ci ha fatto sapere che: “Non rilascio interviste sul tema”. Scelta ovviamente legittima, ma forse sarebbe meglio essere più chiari qualora si valutasse il progetto non più degno di attenzione, anche perché anche in questo caso erano previsti 6 milioni di finanziamento. Aspetteremo Godot.