Sa.Mi.
Ha trovato il coraggio di denunciare quello che da prima si era presentato come un amico, poi come pusher di fiducia ed infine come suo persecutore. E' la cruda sintesi di una lunga vicenda che prende piede lo scorso settembre e che in queste ore ha visto finire in carcere un 18enne perugino. La vittima è un 17enne anche lui di Perugia che avrebbe trovato il coraggio di confessare alla famiglia e poi ai carabinieri di essere perseguitato dal quasi coetano per questioni di droga.
Tutto è nato tra i banchi di scuola, quando al minorenne viene presentato un ragazzo più grande. I due iniziano a frequentarsi ed è a quel punto che il 17enne inizia a fare uso di droghe leggere. La acquista dal suo “amico” che, per invogliarlo al consumo, gli dice di “stare tranquillo perché tanto non c’è fretta per pagare, anzi gli dice di provare anche dell’hashish”. Il consumo aumenta e parallelamente cresce il credito vantato dallo spacciatore che, all’improvviso, gli chiede di pagare subito, con la minaccia di rivelare alla famiglia il suo uso di droga. La vittima cerca di temporeggiare, non ha soldi, tenta di rinviare il pagamento nella speranza di trovare una soluzione che purtroppo non arriva. La richiesta di denaro da parte dello spacciatore è sempre più stringente al punto tale che lo studente 17enne, sotto minaccia, gli cede il suo telefono cellulare come pegno del pagamento.
L'estorsione. Lo spacciatore non si accontenta però, vuole di più, addirittura nel conteggio del suo credito riserva una quota anche per gli interessi che nel tempo sono maturati, giungendo alla determinazione che il 17enne studente deve dargli 900, a fronte dei 200euro del debito reale, per sistemare le cose. Tutto diventa terribilmente complicato, ingestibile e solo allora la vittima si fa coraggio e decide di confessare dapprima alla famiglia e poi, con il supporto dei genitori, anche ai carabinieri quello che gli stava succedendo. Iniziano le investigazioni dei militari che, ponendo la parola fine alla dolorosa vicenda, si mettono alle calcagna dello spacciatore e lo arrestano cogliendolo sul fatto proprio nel mentre riscuote il denaro dalla vittima.
Il coraggio di dire “basta”. Ma il minore si ribella, troppi mesi di paura lo hanno fatto crollare e si confida dapprima con la famiglia e poi raccontando tutto ai carabinieri, che dopo una lunga serie di indagini hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, il 18enne, sorpreso e bloccato nella periferia perugina mentre si faceva consegnare dalla vittima, la somma di 900 euro, quale corrispettivo dovuto per il pagamento di hashish e marijuana acquistata nel mese di settembre 2013. A seguito della perquisizione personale, veicolare e domiciliare eseguita a carico del 18enne, i carabinieri hanno trovato 10 grammi di marijuana, 10 grammi di hashish, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente, nonché il telefono cellulare che, sotto minaccia, nei giorni precedenti, si era fatto consegnare dalla vittima come pegno del pagamento.
Assolte le formalità di rito, l’arrestato è stato portato in carcere a Capanne e qui trattenuto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.