Gli impianti di Forca Canapine, dopo una adeguata valorizzazione, debbono essere affidati in gestione. E’ questo quanto scaturito in Provincia in una riunione della seconda commissione consiliare permanente dove è stata ascoltato l’assessore al Patrimonio Piero Mignini. “La Provincia l’anno scorso aveva scelto di gestire direttamente la struttura e di rilanciarla con una serie di investimenti – ha spiegato l’assessore Mignini – adesso abbiamo deciso di darla in gestione e quindi abbiamo aperto un bando pubblico che scadrà tra pochi giorni. La sinergia tra pubblico e privato è necessaria perché non siamo più in grado di investire risorse in questo settore. Comunque ci sono tante potenzialità nell’impianto, compreso un grande serbatoio per l’acqua che servirà per creare la neve artificiale”.
“Queste sono zone di una bellezza unica – ha detto il consigliere del Pd Laura Zampa – ha fatto bene la Provincia a rilanciarle, tutto questo servirà per accendere l’interesse anche da parte dei privati”. “Sono molto scettico – ha spiegato il capogruppo dell’Udc Maurizio Ronconi – conosco la storia cinquantennale della struttura sciistica, è stato tutto un insieme di fallimenti. La localizzazione è infatti incongrua e la neve dura poco, anche spararla con il cannone non servirà a molto. Leviamoci dunque questo peso con un’alienazione”. Un plauso al lavoro dell’assessorato da parte del capogruppo di Prc Luca Baldelli: “E’ la prima volta che in questo ambito si prende il toro per le corna non svendendo al contempo un patrimonio pubblico – ha aggiunto – prima il maggiore ostacolo era dato dai Comuni limitrofi, la loro porta è sempre stata chiusa”.
Il consigliere Giancarlo Carocci, di Umbria Tricolore, ha invece consigliato di valutare l’impianto e poi di venderlo. Per Enrico Bastioli, capogruppo dei Socialisti riformisti, sarebbe importantissimo trovare un gestore privato “sarebbe un indicatore per capire se nella zona ci sarà una possibilità di sviluppo”. Per Bruno Biagiotti del Pdl il problema dell’impianto di Forca Canapine è annoso. “Gli utenti sono pochi, l’anno scorso ci sono stati mille clienti – ha aggiunto Biagiotti – è chiaro che non si possono più fare investimenti al di fuori di un discorso politico più generale. Ci vuole, visti i tantissimi soldi che abbiamo messo nella zona, di studiare un progetto unitario per rilanciare in toto il turismo nel comprensorio”. “La strada intrapresa è l’unica che ci possa dare delle garanzie – ha concluso Claudio Fallarino del Pd – d’ora in poi converrà però fare uno screening del patrimonio dell’Ente per stabilire quale parte possa essere ceduta e quale tenuta”.