L’appuntamento al buio si trasforma in rapina, arrestati altri 2 minorenni - Tuttoggi.info

L’appuntamento al buio si trasforma in rapina, arrestati altri 2 minorenni

Redazione

L’appuntamento al buio si trasforma in rapina, arrestati altri 2 minorenni

Ricostruito quanto accaduto a fine luglio a Perugia con due giovani che erano stato derubate e picchiate in casa: dopo i primi arresti fermati altri 2 minorenni
Ven, 09/08/2019 - 17:09

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La polizia ha chiuso il cerchio sulla rapina ai danni di due giovani avvenuta nei giorni scorsi a Perugia, che aveva portato all’arresto già di un 24enne e di due minorenni. Ora in manette sono finiti anche altri due minori, con la polizia – grazie alla cooperazione tra Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e squadra mobile – che ha ricostruito quanto accaduto, con l’esito dell’operazione che è stata illustrata oggi pomeriggio in Questura.

Questa mattina, infatti, la polizia ha eseguito la misura cautelare del collocamento in comunità disposta dal Tribunale per i minorenni di Perugia a carico di due sedicenni. Che si aggiungono appunto al maggiorenne albanese e ai due minorenni italiani già arrestati per i reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate.


Due donne rapinate in casa, fermati 24enne e due minorenni


I fatti risalgono alla fine di luglio, quando giungeva alla Sala Operativa della Questura la telefonata di una donna che riferiva di aver ricevuto una chiamata da un’amica che aveva urlato al telefono e poi interrotto bruscamente la comunicazione. Preoccupata, la donna aveva contattato il 113 affinché qualcuno andasse a verificare la situazione.

Immediatamente attivata, la Volante aveva raggiunto il domicilio indicato, dove trovava due cittadine rumene, entrambe in stato di shock e con vistosi segni di aggressione. Messe in sicurezza, le due donne riferivano di essere state aggredite nel loro appartamento da ben cinque uomini, con caratteristiche somatiche riconducibili a soggetti stranieri, i quali le avevano aggredite e derubate di una borsa, un computer portatile e della somma di 620 euro.

Alle domande dei poliziotti, avevano spiegato di aver ricevuto il contatto su un sito di incontri da parte di un uomo, con cui una delle due aveva fissato un appuntamento al buio. All’appuntamento si era presentato un giovane albanese, con il quale si era intrattenuta all’interno della stanza che occupa nell’appartamento che condivide con la connazionale.

Il giovane se ne era poi andato ma, immediatamente dopo, aveva ricitofonato per farsi aprire e rientrare a recuperare un mazzo di chiavi che asseriva di aver dimenticato in casa della donna. Questa volta, però, alla porta si presentavano in cinque, i quali, una volta entrati, aggredivano ed immobilizzavano le ragazze, per poi rovistare nell’abitazione trafugando oggetti di valore e contanti. Infine i cinque erano fuggiti cercando di far perdere le proprie tracce.

Gli immediati accertamenti effettuati dalle Volanti intervenute consentivano però di individuare delle telecamere utili, che avevano ripreso l’ingresso dei rapinatori nello stabile e la successiva fuga. Così, i poliziotti sono riusciti a scoprire sia il tipo di mezzo usato sia la direzione di fuga dei cinque: poco dopo, gli agenti avevano rintracciato il furgoncino scuro nei pressi di un locale a Madonna Alta, sorprendendo il gruppetto che cenava seduto ad un tavolino. Alla vista delle pattuglie, due riuscivano a darsi alla fuga, ma gli altri tre venivano fermati. Identificati per un albanese classe 1995 e due minorenni, erano stati tutti perquisiti così come il furgoncino; in questo modo, venivano recuperati sia il denaro che gli oggetti sottratti poco prima alle due malcapitate.

Infine, i tre venivano tratti in arresto per concorso in rapina aggravata; il maggiorenne era stato associato al carcere di Capanne, mentre i due minori sono stati collocati in strutture di detenzione fuori regione.

A questo punto, la Squadra Mobile ha iniziato un’attività investigativa finalizzata ad individuare i due fuggiaschi; l’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, sul presupposto che, dalle primissime descrizioni delle vittime della rapina e dai filmati delle telecamere di videosorveglianza, entrambi i fuggitivi visibilmente non raggiungevano i 18 anni di età.

Fondamentale, nel lavoro condotto dai poliziotti della Sezione “Reati contro il patrimonio”, l’attività di riascolto delle vittime della rapina, capaci di indicare alcuni particolari in più sul conto dei rei, l’individuazione di alcuni testimoni oculari, nonché, una volta visionate le telecamere e ristretta quindi la cerchia dei sospettati, l’analisi dei profili social del quarto e del quinto rapinatore.

 Si trattava di due infrasedicenni, uno albanese e l’altro di origine nordafricana ma cittadino italiano, entrambi dimoranti nella periferia perugina. Una volta individuati con certezza come il quarto e il quinto rapinatore, gli investigatori della Squadra Mobile hanno eseguito nei loro confronti la misura cautelare del collocamento in comunità, giudicata necessaria dal Tribunale per i Minorenni al fine di evitare la commissione di episodi analoghi.

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