A Ponte San Giovanni iniziata la demolizione dell'edificio ex Palazzetti
Ci sono giorni in cui si celebra la posa della prima pietra di una nuova opera. E giorni, più raramente, in cui una comunità può festeggiare l’arrivo delle ruspe per demolire un edificio che non doveva esserci.
E’ il caso di Ponte San Giovanni, dove giovedì mattina è stato salutato con un applauso liberatorio l’entrata in funzione dei demolitori del cosiddetto Ecomostro, conosciuto anche come “Hotel Gomorra”, l’edificio ex Palazzetti.
“Oggi viene demolito l’ecomostro di Ponte San Giovanni, simbolo del tentativo di infiltrazione da parte delle mafie e di una urbanistica smodata che cadeva sulla testa dei cittadini: questo edificio lascerà il posto ad un quartiere ecosostenibile e a misura di cittadino grazie a questa iniziativa delle istituzioni locali con i fondi del PNRR” ha commentato il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco. Che ha sottolineato: “Nel giorno in cui celebriamo le Vittime innocenti delle mafie, siamo qui anche a testimoniare l’importanza di far fronte comune contro l’illegalità. Oggi con questo abbattimento, diamo un altro simbolo al riscatto di legalità della città, grazie al lavoro sinergico ed incessante di Forze dell’ordine e magistratura, supportate da una cittadinanza caratterizzata da uno spiccato senso di legalità. La lotta alle mafie è un caposaldo per il Governo nazionale e per questa città: una lotta in cui non ci sono parti e fronti ma che si basa su una profonda identità comune della città e nella condivisione profonda dei cittadini. La trasformazione da ‘male’ a ‘bene’ – ha concluso – è il miglior modo per onorare tutte quelle persone che per servizio, per scelta di libertà e legalità o senza colpa sono caduti per mano della criminalità mafiosa”.
In via Adriatica per l’occasione erano presenti il presidente di Ater, Umbria Emiliano Napoletti, l’assessore regionale alle opere pubbliche e politiche della casa, Enrico Melasecche, l’assessore comunale all’urbanistica, Margherita Scoccia, e il sindaco del Comune di Perugia, Andrea Romizi. Erano presenti: il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, l’assessore alla sicurezza del Comune di Perugia, Luca Merli, i consiglieri comunali Michele Cesaro, Roberta Ricci, Cristiana Casaioli, Gino Puletti, Francesca Renda, i rappresentanti del Cda e dirigenti di Ater Umbria e del Comune di Perugia.
Con le demolizioni nell’area ex Palazzetti a Ponte San Giovanni entra nel vivo la realizzazione del PINQuA 1 (‘PS5G’) della Regione Umbria e del Comune di Perugia. Il Programma prevede la riqualificazione dell’ex Palazzetti, la valorizzazione delle aree archeologiche dei Volumni e Palazzone, l’impianto fotovoltaico e il recupero dell’area ex De Megni. Ater Umbria, Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, è il soggetto attuatore. Un momento importante in occasione della giornata nazionale in ricordo delle vittime delle mafie, perché si interviene in un complesso che era stato posto sotto sequestro, perché acquistato da presunti affiliati ad alcuni clan dei Casalesi. Un simbolo del tentativo di infiltrazioni in Umbria, al posto del quale sarà realizzato un quartiere eco sostenibile e completamente riqualificato.
Così cambierà l’area
La zona, in abbandono da anni, cambierà volto, diventerà un complesso edilizio modello, con un’elevata qualità dell’abitare, dando vita a un mix funzionale costituito da alloggi di edilizia residenziale sociale a canone concordato, spazi commerciali, servizi di quartiere e spazi di relazione, tanto aperti quanto protetti ispirandosi ai principi della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Gli interventi di demolizione saranno sia totali che parziali. Il sistema scelto è quello della cosiddetta “demolizione controllata” con speciali pinze idrauliche in modo da ridurre al minimo l’impatto sugli spazi e le strutture circostanti. I residui, opportunamente scelti e macinati in loco, saranno, in parte, riutilizzati per le sistemazioni esterne e, in parte, trasportati in un’area adiacente per essere riciclati quale materiale arido di sottofondo.
Il progetto prevede il recupero funzionale dell’area con la demolizione di tre livelli dell’edificio sito lato ferrovia; la demolizione di tutti i piani ad eccezione del piano terra dell’edificio lato sottopasso; la demolizione integrale dell’edificio lungo via Adriatica; la demolizione di due livelli dell’edificio lato raccordo E45. La volumetria realizzata subirà una riduzione pari a circa 25000 mc ovvero superiore al 50% dei volumi oggi presenti. Si prevede la realizzazione di 34 appartamenti da destinare a edilizia residenziale (edificio sito lato ferrovia), oltre alla realizzazione di 7 ville urbane con struttura in legno posizionate sulla copertura dello stesso (6 da adibire ad alloggi ed 1 a sala condominiale). Al piano terra è prevista invece la realizzazione di 7 attività commerciali. L’edificio lato sottopasso (costituito da un unico livello) ospiterà un asilo con annessa corte perimetrale esclusiva.
L’edificio lungo via Adriatica, che sarà interamente demolito, ospiterà al suo interno un laboratorio didattico con annessa area verde rialzata e confinata.
L’edificio lato raccordo E45 sarà invece interamente svuotato e saranno creati 17 spazi chiusi e autonomi da adibire a servizi per la collettività o associazioni di quartiere.
Il piano -1 ospiterà invece apparecchiature tecnologiche e parcheggi sia pubblici che privati, oltre a magazzini a servizio delle attività sovrastanti. Termine dei lavori nel 2026.