Foligno era conosciuta, oltre che per essere universalmente definitca come ‘centro del mondo’ e per aver dato alle stampe le prima edizione della Divina Commedia, anche come ‘la Città dei Palazzi’ potendo vantare una serie di dimore gentilizie uniche nel suo genere, per quantità e qualità artistico architettonica.
Un prestigio legato tanto alla nobiltà folignate, quanto alla ricchissima borghesia che aveva trovato nella posizione baricentrica del territorio e nella sua disponibilità di acque e terre fertili, il luogo ideale dove poter far fiorire i commerci, l’artigianato e l’agricoltura.
Tra questi, uno dei fiori all’occhiello è senza dubbio Palazzo Morotti, lungo il centralissimo Corso Cavour, all’epoca ‘Via della Fiera’ proprio perché lungo l’asse da Roma a piazza della Repubblica si svolgevano fiere che vedevano l’arrivo di merci e mercanti da tutta europa.
Un edificio imponente costruito tra il 1640 e il 1660 proprio dalla famiglia Morotti originaria di Bergamo, che a Foligno si congiunse con la folignate Innozenza Barnabò.
Chissà quante volte i folignati, così come turisti distratti sono passati difronte a quell’imponente portone, senza aver mai potuto vedere quale scrigno di testori artistici, edilizi e storici si celavano al suo interno.
E forse proprio per questo sono stati centinaia i visitatori che il mese scorso, in occasione dell’evento ‘Foligno in Fiore’ e della seconda domenica del mese, hanno voluto approfittare dell’apertura straordinaria della storica residenza, ancora oggi abitata dalla Marchesa ultranovantenne, ultima discendente della storica famiglia nobiliare, che detenie anche la proprietà del complesso del ‘Navello’ alle porte di Vescia.
Varcare la soglia dell’ingresso è stato come fare un salto nel tempo, accedere ad una dimensione parallela di atmosfere fiabesche e ambienti dal sapore di antica nobiltà, un intreccio di affreschi e stucchi, di mobili di pregiata fattura, di quadri d’autore e soprammobili fatti a mano da abili artigiani, un palazzo ottimamente conservato ed ancora vissuto dove restare a bocca aperta ad ogni scorcio.
Dall’imponente ingresso al fresco cortile con pozzo, dalle vecchie cantine con enormi giare per vino ed olio ai saloni di rappresentanza con lampadari artistici ed affreschi barocchi, e tra le varie ‘chicche’ rispolverate per l’occasione, un grazioso calessino ed una portartina, ma anche gli arredi sacri della cappellina di famiglia ed i cappellini originali della nobile casata.
Una scoperta – o forse sarebbe meglio dire, una riscoperta – che ha affascinato un pubblico di tutte le età: un’iniziativa andata al di là di ogni più rosea previsione.
L’iniziativa verrà ripetuta anche domenica 8 giugno, in pieno periodo quintanaro, in concomitanza di “Foligno in Fiore” e dell’apertura domenicale dei negozi del centro storico, questa volta sarà visitabile – ovviamente in maniera gratuita – il Palazzo Comunale sul quale, già da alcune settimane sono stati collocati vasi di viori alle balconate, e Palazzetto Accorrimboni in via Umberto I.