Su Piccolo Carro adesso interviene anche l’Autorità nazionale anticorruzione che parla di “accertata violazione” rispetto ad un presunto conflitto d’interesse tra l’attività di Maria Pia Serlupini, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Umbria e la cooperativa per minori disagiati, di cui il figlio risulta tra i soci della cooperativa stessa.
A firmare la nota Anac è lo stesso presidente Raffaele Cantone, rilevando anche che la stessa Garante avrebbe taciuto tale circostanza al Responsabile della Prevenzione e della Corruzione e ha invitando pertanto la Regione Umbria alle opportune valutazioni.
A sollevare la questione è stato il Movimento 5 Stelle tramite il consigliere regionale Maria Grazia Carbonari che oggi scrive: “La nota di Cantone smentisce clamorosamente alcune dichiarazioni della Presidente Marini rese in sede di III Commissione consiliare, in cui affermò che a vedere tale conflitto di interesse era solo il M5S. In attesa che l’Assemblea legislativa proceda a dichiararne la decadenza come prevede la legge, riteniamo opportune le dimissioni della stessa per rispetto ai cittadini e al ruolo che riveste. Soprassedendo – continua Carbonari – al fatto che Maria Pia Serlupini (a differenza di molti altri garanti regionali per l’infanzia e l’adolescenza) ha un passato di natura prettamente politica (prima nei DS e poi nel PD) abbiamo più volte documentato come proprio nel ruolo istituzionale di garante, partecipò a vari incontri presso la ASL 1 con i coniugi Aristei-Salerno e fece una visita ufficiale (con la presenza della Presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini e numerosi giornalisti) presso la cooperativa, proprio nei giorni in cui la cooperativa era sottoposta a tempesta mediatica a seguito dei servizi televisivi di Chi L’Ha Visto in merito alla morte della giovane Daniela Sanjuan. Da approfondimenti sulla cooperativa emerse che essa non aveva le autorizzazioni per svolgere l’attività socio-sanitaria, che invece svolgeva, percependo dal settore pubblico altissime rette giornaliere (quasi 400 euro al giorno per ciascun ospite), che negli ultimi anni portarono alla cooperativa fatturati di circa 5 milioni di euro annui e somme enormi da dividere tra i soci”.
Adesso sarà la Regione a dover fornire una risposta. In questi casi l’articolo 365 comma 4 del “Testo unico in materia di Sanità e Servizi Sociali” della Regione Umbria prevede che “il Presidente dell’Assemblea legislativa, qualora accerti una delle cause di incompatibilità di cui all’articolo 362, sentito l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea medesima, invita l’interessato a rimuovere tale causa entro quindici giorni e, se questi non ottempera all’invito, lo dichiara decaduto dall’incarico dandone immediata comunicazione all’Assemblea legislativa la quale provvede, con le modalità di cui all’articolo 361, alla designazione di un nuovo Garante entro e non oltre novanta giorni”.
Ma il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza della Regione ha già risposto: “Serlupini non è una dipendente”. In sintesi – è scritto nel documento ufficiale – “considerata la natura elettiva del Garante quale organo monocratico, la Dott.ssa Maria Pia Serlupini non è inquadrata come dipendente pubblico contrattualizzato della Giunta regionale e pertanto non può alla predetta essere applicato il codice di disciplina dei dipendenti pubblici (DPR 62/2013). Visto il ruolo assegnato al Presidente dell’Assemblea legislativa nei confronti del Garante, come previsto dalla legge regionale n. 11/2015, ritengo che non compete al Responsabile della Prevenzione della Corruzione della Giunta della Regione Umbria svolgere valutazioni sulla fattispecie accertata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione a carico del Garante per l’infanzia e l’adolescenza”.
La palla passa dunque al Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria, Donatella Porzi.