Il bilancio 2013 è la carta d'identità di un'amministrazione conservatrice e clientelare, capace di tutelare soltanto gli interessi di nicchia: vengono aumentati i tributi, peraltro in modo iniquo, in quanto penalizzano i redditi più bassi, mentre i servizi offerti ai cittadini sono pochi e scadenti. E' questa l'analisi di Stefania Filipponi, capogruppo di 'Impegno Civile'
Mancano soldi per investimenti – Su un bilancio di circa 73 milioni, 48 milioni sono 'spese correnti' e circa 9 per investimenti, di cui oltre 6 riguardano il cosiddetto 'Piano Città' tanto enfaticamente pubblicizzato e finanziato dal Ministero Infrastrutture – sottolinea la Filipponi – ma ancora non si sa quali opere verranno realizzate nell’are di Via dei Mille. Poi ci sono 9 milioni previsti per investimenti da effettuarsi complessivamente nel triennio 2013/2015 e di questi, oltre 5 dovrebbero provenire da privati e 4 finanziati con alienazioni, ovvero – ironizza la consigliera d'opposizione – col nulla, considerato che sono anni che si cerca, inutilmente, di vendere alcuni beni pubblici.
Pochi soldi per le strade – Basta pensare alla famosa 'Palazzina Vus' di proprietà della Fils e del Comune, che nel 2010/2011 doveva essere acquistata dalla Vus spa – fa notare la Filipponi – poi non se n'è fatto nulla. Per la manutenzione delle strade, completamente dissestate, sono invece previsti solo 200mila euro.
Foligno spogliata di tutto – Nella 'relazione del sindaco' si continua con il solito slogan 'Foligno città dei servizi' ma intanto – rileva – non ci sono più la sede legale della Asl, trasferita a Terni, la centrale del 118 nonostante il centro di protezione civile regionale, la Cassa di Risparmio di Foligno, il Tribunale con l'accorpamento del servizio giustizia a Spoleto.
La spina delle partecipate – Senza poi ricordare l'ingloriosa fine della società Mattatoio, la perdita di bilancio della Fils spa, la mancanza di liquidità della Vus che verrà privatizzata senza neppure interpellare il Consiglio comunale; con la costituzione dell’Auri inoltre, abbiamo persino demandato a Perugia la gestione e il controllo delle risorse idriche.