“Nel 2015 piccole imprese e famiglie rischiano di non vedere i 700 milioni di risparmi sul costo dell’energia elettrica previsti dal decreto taglia-bollette”. A lanciare l’allarme è Confartigianato imprese Terni, la quale prevede che ad annullare i benefici per i consumatori è l’effetto di una norma della Legge di stabilità che prevede la cessione della rete elettrica delle Ferrovie dello Stato a Terna (il gestore del sistema di trasmissione nazionale di energia elettrica).
Costo della vendita circa 1 miliardo di euro, tale è il valore della rete elettrica delle Fs che, in questi anni, è stata in gran parte finanziata con contributi pubblici, quindi con le tasse dei cittadini. E ora questo miliardo, oltre a 100 milioni per interventi di manutenzione della rete, Terna li potrà recuperare, guarda caso, proprio con aumenti delle tariffe dell’energia elettrica. Un’operazione a costo zero, anzi, vantaggiosa per Fs e Terna, ma che potrebbe gravare pesantemente sulle tasche dei cittadini, i quali, pagheranno due volte.
“Con le norme ‘tagliabollette’ del Decreto competitività – sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese Terni Giuseppe Flamini – ci aspettavamo un’inversione di tendenza nelle politiche sul costo dell’energia che pesa soprattutto sugli artigiani e sulle piccole imprese e ne compromette la competitività. Basti dire che le Pmi italiane pagano l’energia il 30% in più rispetto alla media europea. Ci appelliamo, quindi, al Governo affinchè ci sia una vera inversione di marcia e non si continui in questo comportamento contraddittorio in cui gli unici a rimetterci sarebbero, ancora una volta, proprio i consumatori, con evidenti riflessi negativi sull’economia reale”.