Allarme cinghiali al Trasimeno, ArciCaccia difende l'ordinanza di Castiglione

Allarme cinghiali al Trasimeno, ArciCaccia difende l’ordinanza di Castiglione

Redazione

Allarme cinghiali al Trasimeno, ArciCaccia difende l’ordinanza di Castiglione

Sab, 09/01/2021 - 08:39

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Bennati minaccia querele per le parole sui cacciatori "pensionati/Rambo" e invita il Wwf a un confronto pubblico

Cinghiali a Castiglione, ArciCaccia difende l’ordinanza del sindaco e replica al Wwf, che ha sollevato un caso nazionale, ritenendo l’ordinanza stessa azzardata, fumosa e lacunosa.  

L’allarme cinghiali

“In realtà l’ordinanza – afferma il presidente umbro di ArciCaccia, Emanuele Bennati – è un grido di aiuto lanciato dal sindaco di Castiglione del Lago a nome di tutta la comunità che rappresenta, esasperata dalla eccessiva presenza di cinghiali alle porte del paese, che ormai da anni sta causando problemi, non solo a Castiglione del lago ma in tutta l’area del Trasimeno. E che non ha mai trovato risposte da parte delle Istituzioni preposte, lasciando soli i sindaci di tutta l’area, che tra l’altro non hanno competenza in materia di fauna selvatica, a dover rispondere alle migliaia di cittadini che chiedono una soluzione e non soltanto chiacchiere e promesse”.

Caccia nel fine settimana in zona arancione,
l’ordinanza della Regione

Gli incidenti stradali

Bennati ricorda gli incidenti stradali “che si susseguono con frequenza quasi giornaliera” lungo il tratto di strada che dal raccordo autostradale Perugia – Bettolle conduce a Castiglione del Lago e lungo tutto il tratto di strada che conduce a Sant’Arcangelo.

Tavernelle, cinghiali in fila…
sul marciapiede

“Troppo facile dire sempre no, senza mai avanzare proposte” replica al Wwf. Spiegando che ArciCaccia è pronta al dialogo per concordare soluzioni.

“L’idea che la politica faccia continui favori alle doppiette, come qualcuno ha denunciato – afferma però Bennati – è la solita storiella che piace tanto ripetere per far colpo sui più disinformati. L’ordinanza non è di certo un favore alle doppiette, tra l’altro non si comprende nemmeno quali siano gli interessi dei cacciatori locali, non c’è nessun favore c’è semplicemente la necessità di porre rimedio ad un problema di cui tutti sono a conoscenza ma che nessuno intende affrontarlo seriamente”.

L’ordinanza di Castiglione del Lago

“L’ordinanza – spiega – non ha consentito abbattimenti o autorizzato privati cittadini ad intervenire in maniera indiscriminata, bensì ha demandato agli enti proposti di valutare le possibili soluzioni e i mezzi idonei da mettere in atto, nel caso in cui vengano autorizzati gli abbattimenti. Le persone che ne prenderanno parte sono persone già formate per questo tipo di interventi, continuando con le illazioni si dice che nel caso in cui il colpo non vada a segno vedremo persone vagare con fucili all’interno del paese e nei pressi delle abitazioni per cercare di sparare il colpo finale. Non è così, i regolamenti regionali prevedono che nel momento in cui ci siano animali feriti, intervengano persone formate e abilitate al recupero degli stessi”.

Per ArciCaccia l’immagine che intende far passere il Wwf di una Castiglione di Lago trasformata in un far west è un danno d’immagine per tutta la comunità Castiglionese. Lamentando il fatto che si sia voluto strumentalmente creare il “panico”, senza aver cercato un confronto con il sindaco.

ArciCaccia minaccia querele

ArciCaccia lamenta poi i torni, considerati offensivi, con cui sono stati disegnati i cacciatori. Valutando una querela per il nome di “pensionati/Rambo” con cui vengono appellati i cacciatori: “Si può non condividere la caccia, ma non è consentito a nessuno denigrare pubblicamente una categoria di persone”.

Cinghiali, Bennati: il problema non sono i cacciatori

Bennati ricorda che la legge regionale permette alle Istituzioni di avvalersi di cacciatori formati per espletare le attività di controllo: “Non è più accettabile che ancora ci sia qualcuno che pensi che la causa del problema cinghiale siano i cacciatori, quando sappiamo benissimo che negli ultimi trent’anni l’abbandono costante delle campagne ha fatto si che milioni di ettari siano diventati habitat idonei per la fauna selvatica in particolare gli ungulati, tutto ciò ha portato ad una crescita costante di molte specie che anni fa erano presenti in misura ridotta, oggi cinghiali, caprioli daini sono tornati in abbondanza sul territorio entrando  in conflitto con le attività antropiche”.

Per ArciCaccia è necessario un controllo delle specie per salvaguardare la biodiversità.

Cinghiali, le soluzioni alternative
degli animalisti del Coordinamento Ata

Le criticità del Trasimeno

Nel caso particolare di Castiglione del Lago e di tutta l’area del Trasimeno, a giudizio di ArciCaccia sono “necessari interventi di manutenzione delle sponde. Eliminando le vaste aree che si sono trasformate da zona palustre a zona boscata per mancanza di manutenzione, ma anche per colpa di norme stringenti che non consentono di intervenire in maniera adeguata, diventando rifugi ottimali per i cinghiali e non solo, più volte sono stati avvistati lupi nell’area lungo lago”.

Il confronto con gli ambientalisti

“Le associazioni animaliste e ambientaliste ‘urbane’ – conclude Bennati – da sempre si oppongono a qualunque scelta gestionale delle aree protette, considerando le stesse alla pari di un museo. L’ambiente non è cosi, ha bisogno anche della mano dell’uomo che lo ha modellato, plasmato e accudito dalla notte dei tempi, in particolare questo e successo per il Lago Trasimeno”.

Questioni che il presidente regionale di Arci Caccia è pronto a discutere con il Wwf in un incontro pubblico con la cittadinanza di Castiglione del Lago.

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