Sabato 31 marzo alle 11.30, presso la Sala Barberini del Museo diocesano di Spoleto, verrà inaugurata la mostra iconografica “Ave Verum Corpus”. Si tratta di una mostra sulle Croci monumentali dal XII al XV secolo nell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, allestita nel Museo diocesano e nella Basilica di S. Eufemia. Dopo i saluti dell’arcivescovo Renato Boccardo, sono previsti gli interventi del prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, Presidente della commissione d’arte sacra dell’archidiocesi di Spoleto, già Ministro dei Beni Culturali e della dott.ssa Margherita Romano della Sovrintendenza dell’Umbria. Seguirà la visita della mostra e un concerto della Cappella Musicale del Duomo nella Basilica di S. Eufemia.
“Ave Verum Corpus”, si propone come mostra iconografica sul tema del Cristo Crocefisso. La finalità è quella di guidare i visitatori alla conoscenza dei codici che gli artisti hanno messo in campo nelle loro opere, alla loro sintassi, ai diversi modi di combinarli insieme attraverso i secoli, per comprendere il tema biblico che si erano prefissato i committenti. Sono dodici Crocefissi monumentali provenienti da alcune chiese dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, un territorio votato fin dalle sue origini ad una cristianità genuina e ad una grande venerazione del Cristo Crocefisso. Le croci, dipinte o scolpite, realizzate dalla fine del XII secolo, sono molto rilevanti sotto il profilo artistico ed esemplari per l’analisi ed il confronto delle due iconografie del Crocefisso, quella della Christus Triumphans (in esse il Cristo è in posizione frontale con la testa eretta e gli occhi aperti, vivo sulla croce e ritratto come trionfatore sulla morte) e quella del Christus Patiens (gli occhi del Cristo sono chiusi e l'espressione è sofferente, ad indicare la sua umanità di fondo). «Le iconografie – afferma la dott.ssa Stefania Nardicchi conservatore del Museo diocesano di Spoleto e curatore della mostra – sono un insieme sintatticamente organizzato di codici (simboli, figure e gesti), che esprimono un concetto che fa da supporto all’intera immagine. La sua lettura è una sorta di decodificazione che dobbiamo reimparare a fare unendo i diversi elementi di significato. L’opera d’arte sacra – prosegue – raggiunge lo scopo per cui è stata realizzata quando è il risultato della perfetta rispondenza tra volto e voce, tra ciò che i nostri occhi vedono e la Parola di Dio che tante volte abbiamo udito e che la rappresentazione riesce ad evocare nella nostra mente».
Ed è proprio dalla corrispondenza fra bellezza e verità che questi Crocefissi suscitano maggiore ammirazione. La storia dell’arte, la fortuna critica di alcune di queste croci, la maestria degli artisti che le hanno realizzate, il messaggio teologico e biblico che tramandano da secoli e il loro uso nella liturgia non avrebbero più senso se queste sacre rappresentazioni fossero diventate di colpo mute. «L’immagine, infatti, – afferma ancora la dott.ssa Nardicchi – è un potenziamento dei nostri orecchi e dei nostri occhi e, se l’artista con le sue capacità riesce ancora oggi, con efficacia, ad attirare l’attenzione del fedele attraverso la bellezza, a far leggere la Parola di Dio “tramite” lo sguardo, allora le sue opere sono ancora “vive” e per sempre guideranno alla comprensione della verità, attraverso l’esperienza emotiva».
La mostra rimarrà aperta fino al 4 novembre 2012, dal mercoledì alla domenica, dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Inoltre, sarà aperta nei giorni festivi infrasettimanali.