Ad Assisi scoppia la 'maretta' (santa) su Che Guevara: la Lega chiede di spostare un incontro con Aleida Guevara - Tuttoggi.info

Ad Assisi scoppia la ‘maretta’ (santa) su Che Guevara: la Lega chiede di spostare un incontro con Aleida Guevara

Redazione

Ad Assisi scoppia la ‘maretta’ (santa) su Che Guevara: la Lega chiede di spostare un incontro con Aleida Guevara

Per il coordinatore comprensoriale Stefano Pastorelli, il pensiero del rivoluzionario cubano è in contrasto con quello di San Francesco
Gio, 28/02/2019 - 15:18

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Da “prima gli italiani” al “no alle moschee”, a “no ai santini ma sì ai Santi”? Ad Assisi, città della pace, da qualche giorno si dibatte su un argomento di “grande attualità” (si fa per dire…), Che Guevara e i suoi valori. Di questi, si discuterà in un incontro con Aleida Guevara, figlia del Che, in programma per l’11 marzo, e sfidando il detto ‘scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi‘, è partita la guerra, anch’essa santa (forse).

Protagonisti della vicenda un circolo culturale che – sin dal nome, Primomaggio – si ispira ai valori della sinistra, e la Lega Assisi, secondo cui il messaggio di Che Guevara contrasta con quello di San Francesco e dei valori pacifisti. A confondere ancora di più le acque, il fatto che l’incontro si terrà alla Pro Civitate Christiana, che è “una associazione di volontari di ispirazione cattolica fondata da don Giovanni Rossi nel 1939 e con sede in Assisi”, che da anni – dice però il Primomaggio, dedica alcuni studi alla “teologia della liberazione”. Che però non è quella rivoluzionaria del Che, ma una corrente di pensiero che mette in luce “i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano, in particolare l’opzione fondamentale per i poveri così come essa si evince all’interno del dato biblico”.

L’11 marzo alle 20.45 nei locali della Pro Civitate Christiana va in scena “Il sogno del Che”, un incontro con Aleida Guevara, figlia del Che, in cui appunto si parlerà dell’attualità dei valori del rivoluzionario cubano. All’incontro interverranno Tonio Dell’Olio, presidente Pro Civitate Christiana e Luigino Ciotti, presidente circolo culturale Primomaggio, che ricorda come la dottoressa Guevara (la figlia del Che è un medico pediatra ed è stata medico volontaria in Angola, Nicaragua e Ecuador) sia peraltro stata già due volte nell’assisano bastiolo, ad Assisi (1993) e Bastia Umbra (1998).

Ma a quella che promette di essere una vera e propria “apologia del Che” (la serata peraltro servirà a far conoscere e raccogliere fondi per il progetto di sostegno al Centro Studi Ernesto Che Guevara di L’Avana, che contiene migliaia di documenti e materiali d’archivio pubblici e privati) si oppone la Lega Assisi.

Per il coordinatore comprensoriale Stefano Pastorelli, detto che “non si vuol far ricadere le colpe dei padri sui figli”, è innegabile che “Aleida Guevara condivida il passato del padre, tanto da scrivere lei stessa un’immaginaria lettera, in cui lo elogiava: ‘Il tuo esempio, il tuo pensiero e la tua azione sono presenti negli uomini onesti’”. Come specificare insomma che per amore o per forza il cromosoma è quello, tanto per rimanere intorno al famoso modo di dire (per capire la provenienza e le origini delle persone) “di che razza sei?…”.

Segue un lungo excursus leghista,  da storici sopraffini,  in cui si ricorda come fu il Che “a introdurre a Cuba i lager nei quali finivano dissidenti, omosessuali, cattolici, testimoni di Geova, sacerdoti afro-cubani e altri ancora” riscrivendo di fatto così anche il ruolo attivo nella faccenda dell’altro  celebre Barbudos, Fidel Castro. Ma anche “i campi di lavoro per la rieducazione dei giovani, colpevoli magari di ascoltare solo musica rock” senza dimenticare che “partecipò ad oltre 140 esecuzioni sommarie” ed era “favorevole a una guerra nucleare con gli Stati Uniti anche al prezzo di sterminare l’intera popolazione cubana”.

Insomma, e qui arriviamo ai Santi, “il Che Guevara che la sinistra utilizza come santino, è lontanissimo dal mito propagandistico che ha sempre professato. Invitiamo caldamente gli organizzatori – conclude Pastorelli – a una valutazione più attenta sulla definizione dell’evento stesso e la scelta degli invitati. Soprattutto, sarebbe meglio una ricollocazione, evitando di strumentalizzare e di bestemmiare il nome di Assisi e di chi lo ha portato in auge. Ossia, San Francesco, lui sì, Santo”. E pure italiano, che non guasta. A proposito, e con le Crociate come ce la sbrogliamo?

(modificato h 16,35)

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