Stefano Bandecchi, presidente dell’università telematica “Niccolò Cusano” è in pole position per l’acquisizione della Ternana, dopo l’addio della famiglia Longarini alla città di Terni. L’avvocato incaricato di curare la delicata fase di transizione, Massimo Proietti, considera quella di Bandecchi una delle candidature più ‘sicure’ per quanto riguarda la solidità finanziaria e la garanzie offerte in relazione alla continuità sportiva. Vale a dire che, nei prossimi due anni, con Bandecchi e il gruppo “Unicusano” alle spalle, la Ternana potrebbe avere le spalle coperte per almeno i prossimi due anni.
Proprio il gruppo “Unicusano” vorrebbe però il cambio di nome della società sportiva, aggiungendo la propria denominazione a quella di “Ternana”, circostanza che non dovrebbe essere un ostacolo, almeno per quanto appreso, per la controparte, cioè l’ex amministratore unico Simone Longarini. I tempi sono stretti, circa una settimana, per condurre in porto l’affare, visto che in ballo c’è l’iscrizione al prossimo campionato di serie B.
Ma a quale prezzo? – Dopo 14 anni di ‘sofferenza’ targata Longarini, la piazza di Terni sarebbe disposta ad accettare un ‘ritocco’ del nome, pur di rimanere nella serie cadetta e tagliare per sempre con i Longarini, famiglia che non ha mai trovato il giusto feeling con la città e la tifoseria, per una gestione quantomeno discutibile, a livello sportivo, della società di Via Aleardi.
Quanto si è disposti ‘a pagare’ per vedere ancora la Ternana in serie B? Non i termini economici, si intenda, ma in termini di storia, tradizione e identità. Sarebbe davvero un prezzo alto, più dei circa 10 milioni necessari nell’immediato per rilevare la Ternana; rinunciare a una storia, quasi un secolo, alla quale la città e parte della tifoseria si sentono profondamente legati.
L’aspirante nuovo proprietario non vanta un curriculum calcistico o sportivo di grande esperienza e consegnare la Ternana a un ulteriore imprenditore che impone un cambio di nome che potrebbe non valere poi risultati di alto livello, sembra un azzardo. Un azzardo per chi ha vissuto con frustrazione le imposizione dall’alto già volute da Longarini ed è storia come è andata a finire.
Nell’immediato i vantaggi sono evidenti: iscrizione al campionato di serie B e sicurezza finanziaria per almeno due anni. Ma la sicurezza e la solidità finanziaria è stato uno dei punti forti dell’amministrazione Longarini che, nonostante tutto, tutti volevano lontano da Terni. È ovvio che chi verrà dopo di lui, oltre a un amore ancora tutto da dimostrare per il rosso e il verde, vorrà ‘sfruttare’ la società per un tornaconto imprenditoriale, questo è nel gioco delle parti.
Ma imporre il cambio di nome a una storica società come quella della Ternana per avere lo sponsor ‘in prima pagina’, non sembra davvero un buon inizio su quel piano di cuore e passione che i ternani hanno sempre rivendicato, giustamente, come imprescindibile.
Per ripartire, se si vuole ripartire, bisogna agire dalle basi, dalla ricostruzione di una cultura sportiva e calcistica che coinvolgano tifoseria e città; se non arriveranno subito i risultati cosa rimarrebbe dell’”Unicusano Ternana”? Neanche la storia.