“Mio padre ha un dolore al petto”, “papà è cardiopatico?”, “si”. Ai due capi del telefono ci sono Luca di 13 anni e Anna, operatrice del 118 di Perugia. Le domande continuano e il bambino si mostra lucido, pronto ad ogni risposta, preciso. Come un soldatino esperto affronta la più grande delle paure e con il suo comportamento è determinante nel salvare la vita del padre.
E’ l’11 dicembre del 2014 quando Luca sta andando a scuola accompagnato in auto dal padre, ma una mattina come tante diventa un incubo. Il padre si sente male mentre sono soli in macchina e lui si trova a gestire una situazione nella quale anche un adulto si sarebbe trovato in grande difficoltà. Quella mattina Luca, aiutato dai medici del 118, letteralmente salva la vita a suo padre e poi zainetto in spalla va a scuola, certo di averlo affidato nelle giuste mani.
Ha fatto tutto quello che doveva fare. Non ha sbagliato nulla, come, anzi forse meglio, di un adulto. Il protagonista di questa storia che da pochi giorni ha compiuto 14 anni si è trovato ad affrontare una situazione critica. Il padre mentre lo stava accompagnando a scuola si è sentito male. Ha accostato l’auto e si è accasciato sul sedile. Il tredicenne allora ha preso il telefono e ha composto il 118. All’operatore che gli ha risposto ha fornito tutte le informazioni necessarie. Con calma ha descritto dove si trovava e le condizioni del padre. Non si è fatto sopraffare dalla paura ed ha aspettato l’arrivo dell’ambulanza mentre, collegato con l’operatore, descriveva se il padre era sudato o freddo, cosciente o meno.
L’ambulanza li ha raggiunti in un attimo. Grazie alle informazioni e alla precisione del bambino sono partiti sapendo già che li aspettava il quadro clinico tipico dell’infarto e in meno di mezz’ora l’uomo era già al Santa Maria della Misericordia pronto per entrare in sala operatoria per l’intervento al cuore. Prima di chiudere il telefono e quando ha aperto la chiamata il ragazzino impeccabile non ha mancato di rispettare tutti i canoni dell’educazione, senza piangere, senza grida di spavento ha detto “buongiorno” e “grazie”. Poi quando suo padre è stato portato in ospedale è andato a scuola. Come se fosse un giorno qualunque, forse fra qualche anno racconterà di quel giorno in cui da bambino ha salvato la vita al padre.
Una storia che insegna tantissimo e che serve anche ad offrire uno spunto in più di riflessione sul grande lavoro che ogni giorno gli operatori del servizio sanitario svolgono per la cittadinanza. Operatori che ancora oggi, a distanza di mesi, ricordano perfettamente Luca con tanto affetto, mostrando un lato umano, prima ancora che professionale, straordinario.
Tuttoggi ha deciso di incontrare tutti i protagonisti di questa vicenda a lieto fine, realizzando una video intervista che racconta passo dopo passo quanto accaduto quella fredda mattina di dicembre. Per la disponibilità mostrata ringraziamo il piccolo grande Luca, i suoi genitori, il dottor Mario Capruzzi direttore della centrale unica regionale del 118, Anna Kinberg (operatore 118), Cristoforo Condello (medico del 118), Moreno Rellini (operatore 118) e Mario Mariano dell’ufficio stampa dell’Azienda ospedaliera. A quanto ci è dato sapere, Luca riceverà prossimamente un simbolico riconoscimento dall’ospedale.