Claudio Bianchini
A Foligno invece che 'il giorno della civetta' si celebra 'la notte de lu cuccugnau': un progetto a dir poco originale, promosso dalla sezione locale della Lega italiana produzione uccelli.
Folignati cuccugnai – Cuccugnai, ovvero civette: è l’appellativo che venne affibbiato ai folignati dagli abitanti dei territori vicini. Si narra infatti che i folignati avessero scambiato per lo Spirito Santo, una civetta che si era posata sul campanile della Cattedrale di San Feliciano, o che la macchina raffigurante lo Spirito Santo – che tradizionalmente nel giorno della Pentecoste veniva fatta discendere dalla sommità del Duomo – fosse così brutta da somigliare ad una civetta più che ad una colomba.
Leggenda e tradizione – Gli abitanti di Foligno, poi, hanno una parlata ricca di 'u' ed una cadenza in qualche modo ripetitiva, tanto da richiamare il suono delle civette; maneggiavano molto denaro essendo sede di zecca pontificia che realizzava gli 'zecchini' detti per l'appunto, occhi di civette; intolre usavano le civette come richiamo per la caccia, ed erano particolarmente bravi nell'arte venatoria, recita un antico proverbio: “Triste quillu cello che passa tra Foligno e Spello”.
Modi di dire – Giulio Giuliani, noto poeta dialettale folignate, in un lunario del 1921 edito da Campitelli: 'Lu cuccugnau / Lunariu che aricrea, che azzecca e che struisce su ‘ttutte / le cose de Fulignu e dell’Ummria' scriveva: “Notte ‘ncantata! / Tui tui! tui! fa la cioetta / e fferma stane sopra a la crocetta / de la cuppola vianca e inargentata. / E’ un gran malignu / quillu che ‘ddice male de Fulignu!”.
Tour notturno – E così, sabato 22 marzo – con partenza alle 21 dal Parco dei Canapè – si andrà alla scoperta del più bistrattato rapace notturno: la civetta per l'appunto. Una passeggiata per conoscere i rapaci notturni, in particolare quelli che frequentano l’ambiente urbano, e sfatare le false credenze. Per facilitare il 'contatto' con i rapaci notturni, verrà utilizzata una tecnica scientifica di studio delle popolazioni ornitiche definita “play-back”.
Tecnica speciale – Viene emesso un canto registrato, per indurre una certa specie a rispondere alla stimolazione e quindi a manifestarsi. Con il playback aumenta la probabilità di udire la nostra specie 'target'. Questa tecnica si basa sul comportamento territoriale degli strigiformi e di tanti altri uccelli: un canto registrato o un'imitazione producono una risposta canora dell'individuo che difende il suo territorio dall''intruso.
Risposte ai playback – Le civette rispondono facilmente al playback, così come gli assioli e gli allocchi, mentre questa tecnica non è soddisfacente per barbagianni, gufi comuni e gufi reali. Si ritiene che intorno alla mezzanotte, e per circa un'ora, le civette abbiano un calo di attività, che è invece molto intensa attorno all'imbrunire e all'alba. In generale le ore dall'imbrunire alla mezzanotte vanno bene, così come quelle che precedono l'alba. In ambienti tranquilli le civette possono rispondere al playback anche di giorno. Febbraio e marzo sono mesi in cui le civette cantano molto perché sono in fase pre-riproduttiva e sono impegnate a definire territori e corteggiarsi.
La partecipazione è gratuita, per un massimo di cinquanta persone, è richiesta l'iscrizione entro mercoledì 19 marzo: umbria@lipu.it 393 476447163