Foligno-Spoleto, Arte contemporanea adieu | A breve tutti uniti per il Premio Butteri imbruttiti d'Italia - Tuttoggi.info

Foligno-Spoleto, Arte contemporanea adieu | A breve tutti uniti per il Premio Butteri imbruttiti d’Italia

Carlo Vantaggioli

Foligno-Spoleto, Arte contemporanea adieu | A breve tutti uniti per il Premio Butteri imbruttiti d’Italia

Lun, 20/10/2025 - 08:48

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Aritanga… anche stavolta ci siamo fumati la vittoria dell’ennesimo concorso per essere “qualcosa” di figo e bello bellissimo in Italia e nel mondo.

Una volta si diceva che di due debolezze si poteva fare una forza. E invece qui nemmeno il genio del Premio Oscar, Paolo Sorrentino, potrebbe ingentilire il capitolo de La grande Debolezza di Spoleto e Foligno accoppiate con la fregola nella lunga rincorsa del “cavallo morto” per la nomina a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea.

Tutto si fa eloquente, una rivelazione, in una sola foto, quella finale dei protagonisti che posano stretti intorno al Ministro Alessandro Giuli dopo la nomina del vincitore: la città di Alba. Un documento tutto da leggere e studiare, come un papiro ritrovato a Nag Hammadi, la Stele di Rosetta, o i Rotoli del Mar Morto. Archeologia di lusso allo stato puro.

Si notano sindaci coi musi lunghi, specchio degli abiti finto-scuro che indossano. Florilegio di calzoni zompafosso con improbabili scarpe come quelle del vincitore, il sindaco Gianluca Gioetti, a cui appendono, come fanno ad AgriUmbria per le fattrici prolifiche, una coccarda da campione. Letteralmente, scarpe grosse e cervello fino! Cravatte ombelicali, nodi allentati dallo stress e fuori dal coro i due vincitori morali: Stefano Zuccarini e Andrea Sisti, magnifici esemplari di Butteri contemporanei. Per intenderci quelli del “ce n’avemo pijate tante ma je ne avemo dette…”.

Zuccarini, appena ingentilito da nuance pastello, è un buttero elegante e con un sorriso di circostanza, appena prima del ghigno da feroce Zuccamorth, sua famosa impersonificazione quando gli girano. A seguire il Buttero più vero del vero, contemporaneo e senza sconti: Andrea Sisti. Di Sisti conosciamo l’amore per l’Informale, non il genere pittorico sia chiaro. Lo stile è consueto: apro il cassetto e a occhi chiusi pesco qua e là. Ma in questa occasione bella bellissima, dobbiamo riconoscergli del genio compositivo. Ottima la scelta delle tonalità verdigne, verdoline, ramaccia appassita, marroncine e persino tabaccose, acide senza un domani. Un Papageno decisamente contemporaneo. Un usciere del Ministero, sgarbato e poco aduso alle cose di mondo, sembra abbia detto a Sisti, “scusi ma i giardinieri dovrebbero entrare dal retro…”

Tuttavia, obtorto collo, dobbiamo riconoscere che il vero maestro tra i due nostrani è invece proprio il Ministro Giuli che notoriamente ama spassionatamente Spoleto, tanto da tatuarsi sul nobile corpo ministeriale lo scettro umbro ritrovato nelle tombe di Piazza D’Armi. Rimaniamo in attesa del tatuaggio del Torrino o di uno scorcio del Topino, giusto per non far torto ai nostri consanguinei di debolezza.

Dunque, il Ministro lo scorso 6 ottobre, in quel di Conza -Campania- si recava colà al Parco Archeologico vestito di tutto punto da… Buttero!! Vellutino blu a profusione, panciotto e catena, ma soprattutto un paio di evocativi Stivaloni di pelle di vacchetta spazzolata e neri, al ginocchio pergiunta. Davanti a tanta maestria contemporanea e butterosa “nun ce poi fa gnente…” si direbbe della Beata Quartina, quella che seccava le rose.

L’altro giorno, per la speciale occasione del premio, pensando di fare cosa grata alla città vincitrice, la città di Alba, ha intonato davanti agli sbalorditi sindaci butteri e non, il ritornello di Alba Chiara di Vasco Rossi. Il Ministro, attanagliato da un “inguercibile sgatoscio” (come lo definì il geniale Mario Marenco nel capolavoro Sfranta) e pensando di fare cosa gradita, non è riuscito a frenarsi ed ha voluto pescare dal suo cassetto personale delle cose belle bellissime (tu quoque Giuli) ciò di cui va più orgoglioso: il trash-Pop, come fosse Antani. E che te pare!!

Se non credessimo da tempo nella congiunzione virtuosa tra misticismo, fisica quantica e allucinogeni, potremmo dire senza tema di smentita che lo spacciatore delle sostanze, stavolta se n’è passato proprio…

Era già tutto previsto…

Il beato Riccardo Cocciante lo aveva detto in tempi non sospetti, Era già tutto previsto… Lo si poteva capire infatti dalla attenta lettura del programma con cui ci siamo (la coppia adultera s’intende) presentati al vaglio della commissione giudicatrice.

Le linee guida e la struttura del progetto interessavano tre tipologie:

Iniziative FARO: gli interventi di maggiore visibilità e impatto simbolico, quali grandi mostre, premi, interventi artistici storici reinterpretati in chiave contemporanea, interventi di arte pubblica, rilettura e “apertura” di straordinari materiali d’archivio.

Progetti DIDATTICI, di FORMAZIONE e PARTECIPAZIONE: le azioni dedicate alla formazione e all’attivazione del pubblico attraverso laboratori, incontri, programmi formativi e percorsi di partecipazione che promuovono l’accessibilità a nuove forme di dialogo tra arte, comunità e territori.

Creazione di una RETE DEL CONTEMPORANEO legata al territorio: l’insieme di interventi orientati alla mappatura, alla connessione e alla promozione delle realtà legate al contemporaneo nel territorio, favorendo la collaborazione tra enti pubblici, privati e produttivi, stimolando l’innovazione digitale, la costruzione di archivi e piattaforme condivise, e rafforzando l’attrattività culturale dell’Umbria anche oltre il 2027.​

Ora se l’Italiano non è una opinione, già alla prima tipologia la faccenda era compromessa. Tolte le parole di circostanza tipo, “…interventi di maggiore visibilità e impatto simbolico, quali grandi mostre, premi…” che lasciano irrisolto il senso dell’impatto “simbolico” associato a mostre e premi (simbolico inteso come per finta o sul serio? Figurato o spirituale e quindi sovrannaturale? Boh), dove in effetti bastava solo segnalare la maggiore visibilità, a seguire si apre l’oceano della supercazzola.

Recita l’iniziativa Faro,“…interventi artistici storici reinterpretati in chiave contemporanea, interventi di arte pubblica, rilettura e “apertura” di straordinari materiali d’archivio...”.

Vi invitiamo a soffermare l’attenzione sulle parole evidenziate in grassetto: partecipiamo ad una competizione per essere capitale dell’Arte contemporanea in Italia e ritiriamo fuori la roba “de nonna”, per quanto preziosa, chiusa in cantina perché a casa nemmanco la volevamo appesa alle pareti o sopra al comò? E inoltre se qualcuno può chiarirci il senso di Arte pubblica ve ne saremo grati offrendo spazio nel giornale e una colazione al bar.

E già qui al Ministero sembra abbiano detto, “ma sti zucconi sono andati fuori tema… non conoscono il significato di Contemporaneo. 2 in pagella e fine”.

Vorremmo ora dilungarci sulle altre due tipologie ma se avete forza di leggerle (le abbiamo appunto copiate e incollate per non sbagliarci), si noterà facilmente l’affastellamento di parole e concetti per comunicare con una certa contemporaneità l’antichità assoluta della mancanza di progetto. E’ la solita mossa furba del vincere sulla carta, per poi intascare il milione del Sor Bonaventura e spenderselo in improbabili “presciuijate” (leggi anche inutili cazzate) senza solidità di pensiero. Simboliche appunto, e forse anche contemporanee.

Facciamo solo un esempio per farla finita qui, che già gli occhi ci sanguinano abbondantemente da mezzora: recita il terzo punto “l’insieme di interventi orientati alla mappatura, alla connessione e alla promozione delle realtà legate al contemporaneo nel territorio, favorendo la collaborazione tra enti pubblici, privati e produttivi, stimolando l’innovazione digitale, la costruzione di archivi e piattaforme condivise…”.

A voler essere gentili ci leggiamo quanto segue: dateci il milione che vi scriviamo anche l’elenco di siti e associazioni già presenti sul territorio e che si possono prestare ad operazioni di arte contemporanea. E se siete anche pazienti ve le mettiamo in rete con l’innovazione digitale costruendo altri elenchi-piattaforme che possiamo poi condividere. La vertigine della lista insomma!

E al Ministero di nuovo pare si sia detto, “Ah bello!!… e io do un milione a te per farmi fare l’elenco-mappa di ciò che già hai e conosci e per farci due o tre siti costosi da condividere in rete?”.

Se non avete capito perché i veri vincitori morali di questa competizione sono proprio Spoleto e Foligno, allora avrete un bel 2 anche a voi sul compito in classe.

Vinciamo perché siamo gli unici e veri interpreti del Contemporaneo in arte. Ci vuole una grande gesto artistico per essere presenti ad una competizione come questa e al tempo stesso non esserci.

Eravamo usciti, e dormivamo!

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