Articolo rettificato il 5/11/2024: La Direzione regionale Inail per l’Umbria ha dichariato che il riconoscimento da parte dell’Istituto della predetta malattia professionale, mesotelioma pleurico, al dipendente di ditta di autotrasporti eugubina è relativo alla sola esposizione alle attività di idraulico e muratore precedentemente svolte, dal 1981 al 1987, che nulla hanno a che vedere con l’attività di autotrasportatore. In tale periodo, in particolare, il lavoratore ha svolto attività alle dipendenze imprese edili, occupandosi anche del montaggio di tetti e canne fumarie in cemento amianto: solo e soltanto per questo periodo Inail ha ritenuto che esistessero le condizioni di esposizione personale a fibre aerodisperse.
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L’Inail di Perugia ha riconosciuto la malattia professionale di mesotelioma pleurico ad un 61enne autotrasportatore e dipendente di una ditta di trasporti di Gubbio, esposto per anni ad amianto, polveri e fibre veicolate nell’abitacolo e provenienti da vano motore e sistema frenante.
L’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, inizialmente, aveva negato l’eziologia professionale (le cause della malattia, per l’Ente, non erano riconducibili al lavoro). In seguito il lavoratore, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto – che ha prodotto una copiosa documentazione tecnica e giuridica a dimostrazione della esposizione ad amianto degli autotrasportatori e conducenti di mezzi pesanti, almeno per quei camion prodotti entro il 20 aprile 1993 – ha ricevuto anche il certificato di esposizione per l’intero periodo di lavoro fino al 31 marzo 2024.
Il lavoratore umbro otterrà dunque da Inail Perugia la costituzione della rendita diretta e dall’Inps l’adeguamento dei contributi per un periodo di 40 anni, che si sommeranno a quelli già maturati, con anticipazione del trattamento pensionistico e maggiorazione della pensione.
Una decisione molto importante perché il mesotelioma pleurico è una delle più gravi malattie causate dall’amianto e conferma come gli autotrasportatori, anche quelli artigiani titolari del mezzo, spesso camion, siano stati esposti al minerale killer e molti siano deceduti. Nel trasporto risultano essere stati censiti 852 casi di mesotelioma dal VII ReNaM, tra questi 131 camionisti e 59 autotrasportatori.
“Questo riconoscimento dà voce ai tanti lavoratori autotrasportatori e artigiani che sono deceduti per mesoteliomi, tumori polmonari, asbestosi e altre malattie asbesto correlate” rileva Bonanni. L’ONA offre supporto e assistenza alle vittime con un servizio gratuito sul sito o con il numero verde 800 034 294.