In tre interdetti per 10 mesi dal contrattare con la pubblica amministrazione, secondo le indagini gli indagati "gonfiavano" il numero di ospiti nei Cas per ottenere il contributo dal Ministero | Sequestrati anche 5 immobili
Sono tutti residenti in Umbria i 7 indagati dalla Procura di Ancona per il reato di truffa aggravata in concorso ai danni dello Stato nell’ambito di un’inchiesta sui Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) per richiedenti asilo gestiti dalla Cooperativa L’Aurora Onlus, con sede legale a Perugia e sede amministrativa a Città di Castello.
Secondo le indagini, condotte dalle squadre mobili di Ancona e Perugia a partire dal 2021, è emerso come gli indagati firmassero i verbali di presenza di richiedenti asilo assenti o addirittura andati via da tempo. La cooperativa, così facendo, incassava tutti i giorni circa 30 euro in più dal Ministero per ogni singolo ospite “fantasma” segnalato nel Cas alla Prefettura.
Nei guai, da quanto emerge, sono finiti la presidente del Cda, il marito vice e altri 5 dipendenti (tutti residenti tra Gubbio, Perugia e Città di Castello). Nei confronti dei primi due e di un terzo, su richiesta della Procura, il gip ha emesso l’interdizione temporanea a contrattare con la pubblica amministrazione per 10 mesi, tre misure cautelari personali e il sequestro preventivo di 5 immobili adibiti a Cas nell’anconetano.
La prefettura di Perugia ha sottolineato come la Cooperativa L’Aurora Onlus, oltre che nelle Marche, ha operato in passato anche nel sistema di accoglienza della provincia di Perugia. Lo scorso settembre, in ragione delle diverse irregolarità riscontrate nel corso dei controlli effettuati dall’apposito Nucleo ispettivo (Prefettura, Vigili del Fuoco, Asl, Ispettorato del Lavoro) presso i Cas gestiti dall’Aurora, il rapporto contrattuale con la Cooperativa era stato risolto con effetto immediato, con contestuale trasferimento dei richiedenti asilo in altre strutture di accoglienza sempre nella provincia di Perugia.