I giudici confermano il verdetto di Firenze rigettando l'istanza della casa di moda di Solomeo che accusava Filippi di imitazioni e concorrenza sleale
Per i giudici della Cassazione lo stile di Brunello Cucinelli è “unico”. E quindi non deve temere la concorrenza di prodotti più commerciali, come quelli del marchio Fabiana Filippi. L’elogio degli ermellini, però, porta a bocciare il ricorso presentato dallo stilista di Solomeo, che accusava l’altra azienda umbra di praticare forme di concorrenza sleale.
Cucinelli aveva chiesto, prima al Tribunale civile di Firenze e poi alla Corte di Appello, che fosse punita la “contraffazione” di alcuni capi di abbigliamento e accessori. Ma soprattutto, la linea creata dal marchio Fabiana Filippi imitando, appunto, non solo lo stile della maison di Solomeo, ma anche l’etichettatura e il confezionamento. Generando in questo modo confusione tra i clienti. Che sarebbero stati indotti a pensare che i prodotti Filippi fossero una linea economica della Cucinelli.
Per i giudici, però, non c’è pericolosità di confusione. Dato che Brunello Cucinelli non dispone di una linea economica e che il suo stile, appunto, è unico. Una sentenza che la Cassazione ha confermato, rilevando appunto che “le creazioni della Cucinelli non sono confondibili in quanto recano in sé un’impronta, un gusto, uno stile che ne fanno delle creazioni del tutto uniche”.
Elogi che però, questa volta, hanno segnato, nelle aule di tribunale, la sconfitta di Brunello Cucinelli nella guerra, a suon di carte bollate, del cachemire umbro.