Ospedale Terni, Chiarelli contro tutti; accuse a sindacati e stampa. Intanto continuano i disagi di pazienti e utenti del Santa Maria
“La sanità non sia terreno di scontro politico” – lo afferma Pasquale Chiarelli, direttore dell’ospedale di Terni “Santa Maria”, giunto ormai al termine del suo incarico. Che la sanità pubblica sia un tema sensibile e sul quale non dovrebbero esserci speculazioni politiche è una considerazione condivisibile, ma è il resto del contenuto della nota del Dg a lasciare qualche perplessità. “Intanto – scrive Chiarelli – va precisato che i cittadini, in autonomia o tramite le associazioni che li rappresentano, dovrebbero presentare reclami e segnalazioni all’URP, che è il servizio preposto ad interfacciarsi con la direzione aziendale per trovare soluzioni concrete alle problematiche riscontrate”. “Ed è quanto dovrebbe fare – continua – anche il ‘Tribunale per i diritti dei malati’ che, come accade a livello nazionale, ha sempre avuto un canale diretto anche con la direzione: a Terni, invece, i suoi rappresentanti, invece che contattare subito la direzione per cercare di trovare insieme una soluzione (salvo rarissimi casi, in cui peraltro sono state date immediatamente risposte e soluzioni alle questioni portate all’attenzione), preferiscono ricorrere alla visibilità offerta dalla stampa con il risultato (non si sa se anche l’obiettivo) di creare confusione, fare a volte disinformazione e, sempre, minare la fiducia dei cittadini nei confronti della sanità”.
Bufera sull’ospedale di Terni
Il riferimento è esplicitamente diretto alle criticità rilevate nell’ospedale di Terni a tutti i livelli; dagli utenti, dai pazienti e dai lavoratori stessi del Santa Maria. La stampa ha il dovere di raccogliere queste criticità e informare i cittadini e non può diventare ‘capro espiatorio’ di una presunta campagna di cospirazione e ‘disinformazione’. Secondo Chiarelli gli articoli apparsi sugli organi di informazione contribuirebbero a un “accanimento continuo e metodico, e troppo spesso sterile – sottolinea Chiarelli – che non può che essere di ostacolo a chi, lavorando quotidianamente per superare le oggettive difficoltà emerse in questi anni nel mondo della sanità pubblica, sempre più spesso si trova costretto a dover replicare, almeno per non lasciare gli operatori sanitari nella loro solitudine e i cittadini nel disorientamento o nella disinformazione, rubando tempo prezioso a coloro che lavorano in ospedale”. A svilire la professionalità di chi lavora nel settore sanitario non sono certo le notizie di stampa, ovviamente dove queste siano fondate e documentate da fonti autorevoli, ma la mancanza di organizzazione dell’azienda ospedaliera che abbiamo documentato anche nella giornata di oggi 5 settembre.
“Dobbiamo negare le cure ai malati?” – Retorica e ovvietà
Poi la considerazione dell’ovvio. Chiarelli spiega: “In questi giorni si è parlato di pazienti oncologici nei letti in corsia. Non ci sono letti in corsia in Oncologia, dove nei primi sei mesi del 2022 le persone curate ed assistite sono pari o superiori (ricoveri ordinari e diurni) rispetto al 2019, ma è vero che può capitare che alcuni pazienti oncologici ricoverati stiano in corridoio e in appoggio in altri reparti. Nessun paziente, che sia o meno oncologico, dovrebbe stare in corridoio, ma cos’altro dovremmo fare: negare loro assistenza e cura? E lo stesso discorso lo si potrebbe fare per il Pronto Soccorso e i tempi di attesa dilatati per i casi non urgenti: davvero sarebbe meglio, per contenere il sovraffollamento, cominciare a respingere i malati?”. Ovviamente no, ma l’ammissione dello stato di emergenza in cui si trova l’ospedale di Terni è manifesta. Il problema non è negare le cure ai malati oncologici o respingere gli utenti del Pronto Soccorso, ma garantire a tutti i pazienti un’assistenza adeguata e organizzata.
Otorinolaringoiatria e Urologia
Il Dg passa poi in rassegna le varie criticità, a iniziare dalle liste di attesa per le visite in Otorinolaringoiatria per la quali “non ci risultano richieste per overbooking da parte di Punto Zero”.
Questione Urologia: “le tre strutture di Urologia lavorando in team – spiega Chiarelli – riescono a superare la lieve carenza di medici (due dirigenti medici hanno smaltito le ferie per cessazione del rapporto di lavoro dal 1° settembre, ma hanno collaborato per le reperibilità nel periodo delle ferie estive) e la graduatoria disponibile per le sostituzioni non è stata utilizzata nel rispetto delle indicazioni regionali. Le sedute operatorie urologiche, come per tutte le altre specialità, vengono assegnate in base alla disponibilità degli anestesisti (questo è il vero problema nazionale: la carenza di anestesisti), dando priorità, necessariamente, al trattamento delle patologie oncologiche. Nel frattempo noi continuiamo a ricevere anche tanti elogi rivolgi ai professionisti del polo urologico, per la qualità delle cure e dell’assistenza offerte”.
Liste di attesa della specialistica ambulatoriale?
“Va chiarito o ricordato che l’Azienda ospedaliera di Terni dal 01/07/2022, in applicazione del PRGLA 2022-2025, è entrata nel percorso di tutela regionale. Pertanto le liste di attesa di Terni sono le stesse di tutta la regione e non si può parlare di liste di attesa dell’ospedale di Terni: come da delibera regionale – continua Chiarelli – per ogni visita richiesta viene dato il primo posto disponibile nell’ambito di tutto il territorio regionale. Non si capisce, quindi, se si ignori o si voglia dimenticare questa novità organizzativa regionale. Come è già noto alla Regione e a Punto Zero, l’ospedale di Terni ha applicato tutte le procedure richieste e previste nella suddetta delibera, ha attivato la piastra ambulatoriale interna e riorganizzato la distribuzione delle attività nelle piastre precedentemente esistenti, ha formato tutti gli specialisti alle nuove modalità di presa in carico e monitora tutte le attività, attenendosi alle indicazioni ricevute”.
“Attacchi strumentali”
“Al netto degli attacchi strumentali o, comunque, delle costanti e reiterate imprecisioni fatte circolare da parte di chi parla di sanità (come è possibile, per esempio, che a un rappresentante che parla per conto e a favore dei cittadini non sia chiaro che i fondi del PNRR sono rivolti solo a certi tipi di interventi e prevalentemente nell’ambito della sanità “territoriale”?) – conclude Chiarelli – che possono preparare il terreno per incontri sindacali o scontri politici, a volte sembra che ci si dimentichi che il centro dell’interesse deve restare la persona malata. E per centrare l’obiettivo, se realmente l’obiettivo è comune, il dialogo costruttivo resta l’unica arma vincente”.