A Roma il segretario Bori per discutere del "nodo" Verini e portare le istanze dei circoli che chiedono pluralismo e territorialità
Walter Verini è una risorsa per il partito, che in quanto tesoriere nazionale può essere valorizzata, con l’ennesima conferma in Parlamento, non necessariamente parendo dall’Umbria. Il segretario umbro del Pd, Tommaso Bori, sta cercando di “liberare” il posto in cima alla lista elettorale per il Senato. Uno dei due certi, insieme a quello di capolista per la Camera, già occupato da Anna Ascani.
Nell’incontro romano, il segretario umbro ha portato le istanze dei circoli dem dell’Umbria, che chiedono un “ricambio della squadra parlamentare” (per usare proprio le parole di Bori), un suo “radicamento territoriale” e “una rappresentatività più in linea con gli appuntamenti politici e in sintonia con le problematiche che gli umbri vivono e che si apprestano ad affrontare nei prossimi mesi e nei prossimi anni“. E il pluralismo, territoriale e di correnti.
Elezioni, del 25 settembre,
così la chiusura delle scuole
Esigenze – certamente due, almeno – che cozzano proprio con la candidatura di Verini a capogruppo al Senato. Scelta che però soddisfa, d’altro canto, le indicazioni della Direzione nazionale del Pd sui big da preservare in questa tornata elettorale. Che, visto anche come stanno andando le alleanze, si presenta molto ardua negli scontri uninominali.
Le proposte dall’Umbria
Dove Il Pd umbro chiede di giocare la carta del pluralismo, nelle correnti e nei territori. Ecco allora la proposta di candidare il vulcanico sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti e il primo cittadino di Corciano Cristian Betti, sostenuti dalla pattuglia di giovani amministratori che chiedono spazio in nome del rinnovamento. Per loro potrebbe prospettarsi la candidatura all’uninominale al Senato, il primo, e alla Camera nel collegio del Perugino per il secondo. Con De Rebotti proposto per la sfida per la Camera nell’Umbria sud.
Ma uno dei tre posti per le sfide all’uninominale il Pd potrebbe cederlo a quel che reste degli alleati di quello che doveva essere un campo largo e che rischia di ritrovarsi un orticello.
Tra i nomi proposti anche quello segretario dem di Perugia, Sauro Cristofani, tra i più accesi avversari del monopolio Verini-commissario e ora equilibratore tra le varie anime del partito, non solo nel capoluogo regionale. Per lui potrebbe prospettarsi il posto da capolista al Senato qualora riuscisse la mossa di spingere Verini in un seggio del Lazio.
Da Terni, sulla base dell’esito dell’incontro del provinciale allargato ai comuni più grandi, la rosa dei nomi, a scanso di equivoci, è stata resa pubblica prima che la delegazione umbra partisse per Roma: oltre a De Rebotti, anche Martina Soldi e Pierluigi Spinelli. Con quest’ultimo, in particolare, proposto dietro alla Ascani nella lista della Camera.
Nella rosa di nomi fatta da Terni anche Fabio Paparelli, per il quale servirebbe però la deroga rispetto al suo incarico di consigliere regionale. E con l’incognita, in caso di trasferimento a Roma, di far entrare a Palazzo Cesaroni Giacomo Leonelli, l’ex segretario dem poi passato con Calenda. E proprio dopo la rottura del fronte con il leader nazionale di Azione, Paparelli invita il Pd a tornare “alla vocazione maggioritaria”, aprendosi “alle migliori energie della società civile“.
Nomi, quelli proposti dall’area ternana, insofferente (e non sono gli unici) per la guida tutta altotiberina che si prospetta, da piazzare in cima alla lista per il Senato (nella difficile ipotesi in cui venga effettivamente liberata, con Verini candidato fuori regione) o appunto dietro alla Ascani, in quello che appare l’unico altro posto in griglia dove si può sperare di arrivare comunque a Roma.