Mentre a livello nazionale si è arenato il decreto per avere 2 mesi in più di caccia al cinghiale, in Umbria il Consiglio vota una risoluzione in tal senso
Mentre c’è chi rivolge appelli alla Regione perché rinvii l’inizio della stagione venatoria a seguito della siccità e degli incendi che stanno colpendo l’Umbria in questa torrida estate, il Consiglio regionale approva a maggioranza la risoluzione, presentata dalla Lega, con cui si chiede alla Giunta di allungare il periodo di caccia per far fronte “all’incontrollato proliferare della fauna selvatica”, in particolare dei cinghiali.
L’atto di indirizzo propone nello specifico una estensione del periodo di caccia al cinghiale. E questo sulla base della riduzione dei cacciatori che praticano tale caccia – ormai scesi a circa 10 mila nella regione – a fronte di un consistente aumento di alcune specie di fauna selvatica. “Cinghiali, caprioli, daini – si legge nel documento – hanno visto crescere la loro presenza numerica anche a causa della sostituzione progressiva delle specie autoctone con quelle alloctone”.
Numeri che evidenziano l’impossibilità dei cacciatori umbri, visto il numero ormai esiguo, di poter fronteggiare una così grande quantità di capi da abbattere, “stante la loro progressiva diminuzione numerica, le giornate di caccia a disposizione e la vastità del territorio dove praticare l’attività venatoria, secondo le modalità previste dalla normativa vigente in materia”.
Prima del voto, l’assessore regionale Morroni ha ricordato che nei mesi scorsi è stato attivato un confronto tra le Regioni e il Governo per raggiungere questi obiettivi. Sembrava imminente la presentazione di una bozza di decreto legge che recepisse la proposta delle Regioni per un allungamento di due mesi della caccia al cinghiale. Ma il percorso legislativo si è poi arenato, nonostante l’urgenza di un intervento sulla problematica, a causa di posizioni divergenti tra i diversi ministeri coinvolti.
Ora il Consiglio regionale chiede alla Giunta umbra di farsi portavoce in sede di confronto Stato – Regioni della necessità di rivedere l’art. 18 della legge 157/92, potendo allungare il periodo di caccia per cinghiali e altre specie in sovrannumero in molti territori.
Intanto la Giunta regionale, recependo una delle richieste delle associazioni venatorie, ha approvato una deroga al Dgr 95 sull’utilizzo delle carni di selvaggina, eliminando fino al 31 dicembre 2022 il limite per i capi di cinghiale per l’autoconsumo.
I ritardi sui tesserini digitali e le difficoltà sulle puntuali rendicontazioni dei capi abbattuti hanno fatto invece optare la Regione Umbria a non inserire la preapertura della tortora.