Nikola Duka aveva 21 anni quando morì sotto la galleria di Forca di Cerro, con la sua auto travolta da un altro ragazzo alla guida ubriaco
Accolta, tra i malumori, la richiesta di patteggiamento nel processo per omicidio stradale per la morte di Nikola Duka. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Spoleto Maria Silvia Festa giovedì mattina, condannando il 27enne di Sant’Anatolia di Narco A.B. accusato della sua morte – presente in aula – a 4 anni di reclusione. Il giudice ha disposto per l’imputato, difeso dall’avvocato Marco Angelini, anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la revoca della patente.
Nikola Duka aveva appena 21 anni quando, il 14 marzo di 3 anni fa, perse la via sotto la galleria di Forca di Cerro, con la sua auto travolta dal giovane compaesano di 3 anni più grande, risultato poi alla guida ubriaco. Un terribile incidente stradale che ha gettato nello sconforto i tantissimi che, in Valnerina e a Spoleto, conoscevano la vittima incolpevole di quella tragedia.
La sentenza, seppur attesa visto il parere favorevole della Procura (rappresentata giovedì in aula dal procuratore Alessandro Cannevale), ha provocato grande sconforto tra i familiari di Nikola Duka presenti in aula, in primis la mamma Rezana, che dalla morte del figlio ha avviato una battaglia a difesa della sicurezza stradale. Familiari che si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Marco Bellingacci, Filippo Tosti, Lorenzo Tizi, Francesco Sensi e Sabrina Santarelli. Costituite nel processo anche due associazioni in difesa delle vittime della strada e dei familiari. Per le parti civili il giudice ha disposto il pagamento delle spese quantificate in mille euro ciascuno.
Nel mirino dei familiari c’è la decisione della Procura di dare il suo assenso alla richiesta di patteggiamento dell’imputato (che ha beneficiato dello sconto della pena in quanto al momento risulta incensurato) che inizialmente era stata respinta. “La vita di un ragazzo vale 4 anni?” si è chiesta più volte Rezana.