"Non mi faccio tirare per il bavero. Ora decisioni secondo coscienza"
Caterina Lucangeli è uscita dalla Lega e dalla maggioranza. Si tratta della seconda uscita dal Carroccio, dopo quella di Domenico Lini, rimasto però in maggioranza. Nella seduta dell’ultimo consiglio comunale, riunito venerdì 10 giugno, la consigliera comunale ha ufficializzato la sua posizione, anticipata una settimana fa con una comunicazione ai vertici del consiglio comunale.
Cicerone e la concordia
“L’amicizia, dopo la sapienza, è per Cicerone il più prezioso dei beni umani – ha detto Lucangeli in sede di comunicazioni – È quel sentimento limpido e disinteressato che non nasce dalla ricerca dell’utile, ma dall’inclinazione assolutamente naturale che unisce le persone e diventa la più nobile delle coesioni quando si allarga alla sfera pubblica, favorendo il bene della comunità. La sua più autentica manifestazione è la concordia sociale e civile che è alla base della moralità della cittadinanza e della forza di qualsiasi amministrazione“.
Il valore dell’amicizia per Lucangeli
La consigliera ha sottolineato poi quanto sia contato il concetto di amicizia: “da neofita della politica, nelle scelte che ho intrapreso: in primis nell’aiutare un amico e poi nel lasciare la Lega. Il ruolo di consigliere e la sua funzione senza vincolo di mandato, come cita l’articolo 67 della Costituzione italiana, mi indica una direzione ben precisa: rispondere solo alla mia coscienza, senza farmi prendere per il braccio e per il bavero da qualcosa che non mi piace. Dire ‘la lega si serve e non ci si serve’ è facile, più difficile è attuarlo. Nella mia ho fatto della libertà un dogma, un bene da tutelare ad ogni costo, figurarsi seguire passivamente dei voleri e delle decisioni prese da altri e non condivise. Pensare e peggio credere che gli altri siano sempre più sciocchi e convincersi che non abbiano gli attributi è un errore marchiano che se protratto nel tempo può avere effetti poco graditi“.
“Prossime scelte in conoscenza e coscienza”
La decisione è stata quindi questa: “Le mie future scelte, nella massima assise comunale, andranno nella direzione della mia conoscenza e coscienza per il bene della città e dei miei elettori, che conosco uno ad uno. In futuro vedremo se avrò avuto ragione“.