Misure anti Coronavirus, audizione al Comitato per il controllo e la valutazione su test rapidi e ospedale da campo. Due delle tre vicende su cui la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti alla Regione. E che sono state al centro del dibattito politico nelle ultime settimane.
L’audizione
Ascoltati dal Comitato il direttore regionale Claudio Dario (Salute e welfare), il responsabile della segreteria della presidente della Giunta, Federico Ricci, il direttore regionale Stefano Nodessi (Protezione civile), la dirigente del Servizio gare e contratti, Marina Balsamo, il dirigente del Servizio Protezione civile, Borislav Vujovic, il responsabile della Sezione Economico finanziaria della Protezione civile, Enrico Bartoletti.
Politica, il gioco delle parti
Maggioranza e opposizione sono rimaste sulle proprie posizioni. I lavori del Comitato hanno infatti visto una polarizzazione delle posizioni di maggioranza (Daniele Carissimi, Stefano Pastorelli, Eugenio Rondini – Lega) e minoranza (Thomas De Luca – M5S, Tommaso Bori, Michele Bettarelli – Pd).
I consiglieri regionali leghisti hanno messo in dubbio la legittimità stessa dell’audizione, rilevando che il regolamento non consentirebbe di sottoporre a verifica atti adottati dalla Giunta regionale e che in ogni caso il Comitato non può audire soggetti dell’Amministrazione su questioni tecniche e specifiche, sottoponendoli a domande e richieste dettagliate. Di conseguenza è stato annunciato che tale organizzazione dei lavori non sarà più supportata dagli esponenti della Lega.
Per De Luca, Bori e Bettarelli, invece, il Comitato è legittimato a svolgere il proprio ruolo di verifica anche su questa materia ed anzi è stato lamentato un ritardo nell’invio ai consiglieri della documentazione informativa sui test sierologici rapidi. Questi sarebbero stati prodotti in Cina e non in Italia, avrebbero dimostrato una efficacia e una affidabilità minore di quanto dichiarato. Le procedure che hanno portato all’individuazione del fabbricante e del rivenditore non sarebbero chiare e la quantità di test acquistati non sarebbe stata giustificata dalla loro effettiva efficacia. L’ospedale da campo, infine, non sarebbe una struttura coerente con l’emergenza Covid, non essendo stato ancora neppure progettato e prevedendo, accanto ad attrezzature mediche utili ad affrontare future emergenze, delle tende desuete, impossibili da sanificare e da utilizzare in caso di nuove pandemie.
I test rapidi
I direttori regionali e i funzionari della Giunta hanno ripercorso le fasi dell’emergenza Covid durante le quali sono state assunte le decisioni su cui le opposizioni vorrebbero fare ulteriormente chiarezza, non ritenendo esaustive le spiegazioni fornite: l’iter seguito sarebbe quindi coerente con le necessità e le priorità del periodo di pandemia, i test proposti da una azienda di Corciano e poi acquistati sarebbero risultati idonei ad individuare i pazienti malati, il loro costo sarebbe stato congruo “come recentemente attestato anche dall’Anac”, le imprese che li hanno forniti, Screen Italia e Vim, avrebbero tutte le autorizzazioni per operare in questo settore.
Pur se in un momento emergenziale che richiedeva interventi tempestivi, in cui era complesso reperire dispositivi medici attendibili a prezzi congrui, le decisioni assunte di concerto da Protezione civile, direzioni regionali e struttura di staff della presidente sarebbero state regolari, trasparenti e corrette.
L’ospedale da campo senza Iva
Per quanto riguarda l’ospedale da campo, la sua realizzazione sarebbe in ritardo perché un recente decreto (il n.34) avrebbe stabilito che per quel tipo di struttura non deve essere pagata l’Iva: ci sarebbe dunque un ‘avanzo’ rispetto a quanto stanziato, di circa 700mila euro.
Si starebbe quindi cercando di rimodulare il quadro economico rispetto alle maggiori disponibilità, che potrebbero essere utilizzate, insieme ai nuovi fondi previsti nel Decreto Rilancio, per adeguare le tende della struttura da campo, che risalirebbero al terremoto de L’Aquila.
Al termine della seduta, che ha concluso un confronto avviatosi nella precedente riunione del Comitato, il presidente Thomas De Luca (M5S) ha proposto di elaborare un documento unitario da inviare poi alla Terza commissione.
I consiglieri di maggioranza hanno ritenuto esaurita la verifica sull’attuazione dell’ordine del giorno ed esaustive le spiegazioni fornite durante l’audizione, mentre gli esponenti dell’opposizione si sono riservati ulteriori approfondimenti circa l’effettivo luogo di produzione dei test, l’attività di ricerca che sarebbe stata svolta prima di produrli, i rapporti tra le due aziende, la mancata consegna dello studio clinico e l’effettiva utilità dell’ospedale da campo.