“Ti prego di indagare su questa sentenza, la trovo un’ingiustizia senza precedente. Tutti assolti tranne me“. A inviare questo messaggio WhatsApp, alle ore 10.03 del 25 luglio 2017, è l’attore Raoul Bova. Destinatario, l’ex consigliere del Consiglio superiore della magistratura, Luca Palamara. L’attore esprime all’amico magistrato tutto il suo disappunto per la condanna a suo carico a seguito dell’inchiesta della Procura di Roma per evasione fiscale.
E’ un passaggio delle intercettazioni tra Raoul Bova e Luca Palamara nelle carte della Procura di Perugia che indaga sulle nomine della Giustizia pilotate. E nell’elenco di coloro che chiedono aiuto a Palamara compare appunto anche l’attore.
A riportare stralci delle intercettazioni depositate dai magistrati perugini è l’edizione online del Corriere della Sera.
I giornalisti, “una piaga”
Quando il 5 luglio del 2017 esce sulla stampa la notizia della richiesta per la condanna di Bova, l’attore scrive a Palamara: “Come al solito i giornalisti. Non si smentiscono mai“. “Purtroppo una piaga” risponde l’ex pm.
La condanna in primo grado
Poi, il 25 luglio appunto, arriva la condanna. Con la richiesta di aiuto da parte di Bova. E con Palamara che cerca di rassicurarlo: “La partita non è finita. Sono sicuro che la tua onestà alla fine verrà fuori“.
Bova, però, non è soddisfatto. E dopo un po’ scrive ancora a Palamara: “Ma ti chiedo di verificare che ho meritato una condanna così dura. Così mirata. E’ stata considerata una manovra premeditata. Sono sotto shock“. “Non è perso nulla” risponde ancora Palamara.
Il parere sul comunicato stampa
Qualche giorno dopo, seguendo il consiglio di Palamara, l’attore scrive un comunicato stampa per spiegare la sua versione della vicenda e riabilitarsi di fronte all’opinione pubblica. La condanna in primo grado, lamenta, gli sta facendo saltare molti contratti.