Il cavallo Wind of passion fu dopato, ma non è stato individuato nessun responsabile per la sua morte. Il giudice per le indagini preliminari Paolo Mariotti ha così archiviato definitivamente l’inchiesta a carico di 11 persone. Tra loro c’erano i vertici dell’Ente Giostra della Quintana e medici veterinari (tra i difensori anche l’avvocato Antonio Cappelletti).
Tutto è iniziato nel giugno del 2017, quando il giorno successivo alla giostra, dopo una caduta sulla pista, era morto il purosangue Wild of passion. La procura della Repubblica di Spoleto aveva aperto un’inchiesta. Facendo emergere che a causare la morte del cavallo era stato un “collasso cardiocircolatorio conseguente a uno shock cardiogeno e a uno shock neurogeno, ambedue conseguenti ad uno shock traumatico causato dalla rottura dell’apparato sospensore modello di ambedue gli arti anteriori e della conseguente caduta”.
Respinta opposizione all’archiviazione, cadono accuse per gli 11 indagati
A dicembre 2018 la stessa procura spoletina aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta. Alla quale però alcune associazioni animaliste avevano presentato opposizione. Lunedì è arrivato il pronunciamento del giudice, che ha respinto l’opposizione all’archiviazione. Scagionando dunque da ogni accusa gli 11 indagati.
Nell’ordinanza del gip Mariotti, comunque, viene confermato l’utilizzo di sostanze dopanti su Wind of passion.
Wind of passion fu dopato
All’animale, infatti, era stato somministrato prima della giostra della Quintana un farmaco anestetico con principio attivo di lidocaina. “Secondo il condivisibile e argomentato contributo del consulente del pm – scrive il giudice – tale pratica medica è da considerarsi vietata in gara ed è definibile come somministrazione di sostanza dopante”. Condivise anche le conclusioni raggiunte dai consulenti tecnici del pm quanto alle cause della morte del cavallo. Se, infatti, non gli fosse stato somministrato il farmaco in questione, i veterinari si sarebbero potuti accorgere che qualcosa non andava e dunque non far gareggiare Wind of passion quel giorno.
Responsabilità penale degli indagati non provata
Ma la responsabilità penale di coloro che erano stati iscritti nel fascicolo per la morte di Wind of passion non è stata provata.
“L’attività investigativa svolta – si legge nell’ordinanza di archiviazione – non ha consentito di individuare il responsabile (o i responsabili) di tale condotta”. Quella cioè che ha portato alla morte del cavallo. “Inoltre, considerata la diffusione del farmaco e la sua semplicità di utilizzo, non è possibile orientare l’indagine verso una particolare categoria di soggetti. Per le ragioni esposte la notizia criminis (relativa ai maltrattamenti e alla frode sportiva, derivanti dalla somministrazione del farmaco vietato) deve essere archiviata perché l’autore del fatto è rimasto ignoto“.