La questione “busta pesante” non è più rinviabile, non si possono allungare ancora i tempi e non risolvere un problema che assilla le persone. È quanto sostiene Damocle Magrelli, candidato consigliere regionale con la Lista Tesei.
“Sulla busta pesante si è tergiversato troppo, dimenticando che riguarda direttamente le persone, il cui stipendio tra prima e dopo il terremoto non è certamente aumentato – afferma Magrelli – È necessario un intervento in sinergia di Regione, Governo e Unione europea per superare limiti e questi vincoli, ragionando non tanto sui tempi di restituzione, ma per giungere ad un taglio della busta pesante di almeno il 40 per cento, così come fatto in altre occasioni tanti anni fa. È necessario riconoscere che queste situazioni drammatiche, come il terremoto o altre calamità naturali non possono soggiacere a vincoli legati esclusivamente al regime della concorrenza – ricorda il candidato Magrelli – è urgente rimuovere gli ostacoli per dare un sostegno concreto alle persone, un ristoro vero ai danneggiati dal sisma, ai lavoratori, alle imprese, fornendo l’occasione al territorio di risorgere. Questo non è avvenuto, non avviene e nessuno interviene per eliminare questi ostacoli”.
La proposta del candidato consigliere Magrelli non riguarda solo la busta pesante e i pagamenti sospesi, ma si sofferma anche sugli aiuti alle imprese, necessari per permettere di ripartire senza tagliare lavoratori. “Senza sostegni pubblici e investimenti privati per la promozione del territorio non si avrà mai una rinascita vera – afferma Magrelli – Le imprese che vogliono mantenere il lavoro nel territorio, in un periodo di fermo come quello attuale, hanno bisogno di sostegno e penso alla cassa integrazione o alla legge speciale, strumenti che potrebbero consentire queste iniziative, ma in maniera continuativa, perché se il terremoto c’è stato, i danni persistono e nello stesso tempo ancora non c’è la ripresa evidente – conclude Magrelli – Se ci fosse la possibilità di usufruire degli ammortizzatori sociali in maniera stabile, si potrebbe mantenere il livello occupazione, salvaguardando anche lavoratori già formati, specializzati, con capacità ed esperienza, cioè un valore aggiunto per le imprese”