L’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Umbria ed i Comuni che seguono direttamente le pratiche di ricostruzione leggera avranno a disposizione 23 tecnici istruttori in più. E’ questo infatti il personale assegnato dal commissario straordinario Piero Farabollini.
“L’accordo raggiunto per la ripartizione del personale destinato alla ricostruzione dal DL Sblocca cantieri innesta linfa vitale nei processi istruttori e rappresenta un’ulteriore occasione per ribadire che la ricostruzione non prescinde dalla condivisione di intenti e risorse nel comune sforzo di dare risposte ai territori”. Così il Commissario Piero Farabollini commenta l’esito delle due riunioni delle cabine di coordinamento tenutesi nell’ultima settimana con i vice-commissari ed i sindaci rappresentanti Anci per individuare i criteri per la ripartizione e la modalità di reclutamento delle 200 risorse aggiuntive previste dal DL 55 /2019 da destinare agli Usr ed ai Comuni che si accolleranno in toto la gestione delle schede con esito B, C, E-L4.
Le risorse, che dovranno esclusivamente essere impiegate nelle attività di ricostruzione, sono quantificate in 30 per l’Abruzzo, 27 ciascuna per Umbria e Lazio, 116 per le Marche.
È questa la risultanza di una lunga disamina dei dati e dello stato dell’arte nonché della revisione parziale (e limitatamente a questa circostanza) delle percentuali stabilite per la ripartizione resasi necessaria per la richiesta di adeguamento avanzata dall’Abruzzo in considerazione dell’aggravamento dei danni dovuto alla scossa di gennaio 2017.
Una soluzione resa possibile dalla disponibilità di Marche ed Umbria a concedere “una tantum” una piccola parte delle risorse a loro spettanti se si fosse utilizzato il consolidato criterio di ripartizione definito tra i vice-Commissari in un precedente accordo.
“A tre anni di distanza dalle scosse abbiamo effettuato un dettagliato monitoraggio aggregando i dati, provenienti da tutte le fonti, Comuni compresi, sulla stima del danno e lo stato dell’arte – spiega il commissario Farabollini – Ne è scaturito un primo report che servirà da base per riorganizzare i flussi di lavoro. In questa circostanza è servito a tirare le somme dello stato dell’arte pre DL sblocca-cantieri in modo da cristallizzare ogni skill e ogni criticità da cui ripartire, consci di avere ora a disposizione un quadro normativo che ci consente di muoverci, se non al top, di certo più agevolmente di quanto non sia stato possibile fare prima. Voglio leggere in senso propositivo la volontà del Lazio di conservare tutte le risorse di sua spettanza: è un ulteriore elemento per invitare i vice commissari ad aprire tra loro un tavolo di discussione che valuti se e come rivedere quanto stabilito nell’accordo ormai oltre due anni fa”.