Dal 28 al 30 settembre Bettona ospiterà il primo convegno internazionale dal titolo “El Greco in terre d’Umbria. Per una nuova geografia dei soggiorni di Domínikos Theotokópoulos tra Creta e l’Italia”.
L’evento è stato toccato dalla morte improvvisa del suo curatore, il professore Lionello Puppi, illustre studioso e tra i massimi storici dell’arte italiana che ha dedicato una vita alla ricerca. Il Convegno diverrà un omaggio alla sua carriera e generosità intellettuale. Lo ricorda la studiosa Mariella Lobefaro, co-curatrice del Convegno di Bettona: “La comunità scientifica ha perso un faro, una guida, un Amico. Proseguendo gli studi con il metodo di Lionello Puppi, seguendo la strada da lui tracciata, non ci perderemo mai. Ci auguriamo che il convegno di Bettona sia un luogo di confronto e di scambio cordiale, pacato, onesto in suo onore e per il nostro riconoscente amore“.
Il convegno internazionale di Bettona si terrà il 28 settembre presso la Villa del Boccaglione, mentre i giorni 29 e 30 presso Teatro comunale di Santa Caterina. Sarà un luogo di scambio e di confronto di esperienze, aperto a studiosi di storia dell’arte, storici, curatori, restauratori e diagnosti che vogliano contribuire agli studi sulla figura di El Greco, mettendo a disposizione della comunità scientifica le loro ricerche. Saranno presenti al convegno trentuno importanti studiosi italiani e internazionali, personalità multidisciplinari del mondo dell’arte e della cultura, esponenti delle più grandi Università d’Italia e d’Europa. Saranno presenti storici dell’arte, diagnosti, restauratori, ingegneri. Si citano Francesco Traversi, Cristina Galassi, Maria Constantoudaki-Kitromilides e Sophia Sotiropoulou dalla Grecia, José Algarrada Largo e Paula Revenga Dominguez dalla Spagna. Tutti gli ospiti avranno un ruolo significativo e daranno un contributo notevole agli studi su El Greco e alla storia dell’arte in generale, trattando approfondimenti anche inediti.
Il convegno è organizzato dal Comune di Bettona, con la curatela scientifica di Lionello Puppi e Mariella Lobefaro ed il coordinamento organizzativo di Sistema Museo.
Presupposti del convegno sono i cinque dipinti su tavola (le cosiddette Tavolette del Tabernacolo di Bettona) recentemente attribuiti al pittore cretese ed oggi conservati presso il Museo civico, il Tabernacolo firmato cosiddetto “di Cipro” e tutti quegli indizi che consentiranno di avanzare l’ipotesi di un intenso soggiorno di Domìnikos tra Umbria e Marche, avvalorando quindi l’esistenza di una sua bottega.
Saranno favoriti gli studi su: l’ambiente che ha influenzato Domínikos Theotokópoulos a Creta, il suo passaggio dall’iconografia al manierismo, il suo decennale soggiorno in Italia con particolare attenzione all’Umbria, i materiali, le tecniche esecutive e il processo creativo, le ricerche d’archivio.
Oltre al fondamentale contributo alla conoscenza generale dell’artista, il convegno, con i quesiti aperti intorno alla presenza di El Greco in Umbria ed eventualmente a Bettona, si inserisce perfettamente nel contesto delle attività dell’amministrazione comunale tendenti a valorizzare il ricco patrimonio culturale cittadino, anche come elemento portante delle politiche di promozione turistica del territorio.
Il convegno “El Greco in terre d’Umbria” costituisce la conseguenza necessaria e imprescindibile del metodo che ha caratterizzato la mostra “El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio” tenuta nella Casa dei Carraresi a Treviso dal 24 ottobre 2015 al 30 aprile 2016. La sua concezione, infatti, rifiutava l’obiettivo tradizionale e consueto di uno schieramento inerte delle cognizioni sin là raccolte intorno al momento cruciale dell’avventura esistenziale ed artistica di Domínikos Theotokópoulos prima d’esser El Greco – la formazione e la iniziale attività come “sgurafos” bizantino a Creta, il confronto con la “maniera moderna” occidentale spostandosi tra i poli inamovibili ed esclusivi di Roma e Venezia – come dato acquisito una volta per sempre e quindi intangibile e postulante solo una sua fedele e riverente rappresentazione, che sottintendesse eventualmente un seguito, ma alla condizione che non mettesse in dubbio quell’assetto.
La mostra poneva, invece e di contro, in discussione proprio un simile schieramento, asserendosi quale “cantiere” aperto e “in progress” alla luce della scoperta dell’icona firmata del “San Demetrio”, dei quesiti avanzati dal rinvenimento del Tabernacolo di Bettona e del Tabernacolo firmato cosiddetto “di Cipro”, dell’identificazione del personaggio ritratto nel dipinto della Collezione Julius Priester, dell’accumularsi degli indizi di un intenso soggiorno di Domínikos tra Umbria e Marche e dei fondati sospetti dell’esistenza di una sua bottega. Tutto ciò attraverso il dialogo serrato e ineludibile tra ricerca storico-filologica, storico-tecnica e diagnostica.