Nell’ambito della sessantunesima edizione del Festival dei Due Mondi, venerdì 13 luglio 2018, dalle ore 10 alle ore 12, a Spoleto nella sede della locale Sezione dell’Archivio di Stato (Largo Ermini) verranno effettuate visite guidate straordinarie alla mostra documentaria dedicata a “Spoleto 1959. Il secondo Festival dei Due Mondi” a cura di Paolo Bianchi e Antonella Cristina Manni. L’iniziativa si svolge con il patrocinio del Comune di Spoleto, della Fondazione Festival dei Due Mondi, del Polo Museale dell’Umbria, Rocca Albornoz – Museo del Ducato di Spoleto, dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e dell’Associazione Amici di Spoleto.
In continuità con la mostra e la pubblicazione del volume “Spoleto 1958. Alle radici della storia, il primo Festival dei Due Mondi” realizzati nel 2017 in occasione della sessantesima edizione del Festival dei Due Mondi, la Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto ha ritenuto di particolare interesse proseguire la ricerca sulle origini della manifestazione che ha segnato la storia della città e la vita culturale italiana.
Nell’ambito della mostra è disponibile per i visitatori il volume “Spoleto 1959, il secondo Festival dei Due Mondi. Nuovi spazi per il teatro, invenzione di nuovi generi”, pubblicato grazie al contributo di Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, impreziosito da una prefazione di Camillo Corsetti Antonini, presidente della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, e dalla presentazione di Luigi Rambotti, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia. Il libro si articola in quattro capitoli: Festival dei Due Mondi 1959. Protagonisti e spettacoli di Moreno Cerquetelli; ‘Spoleto 59’ secondo il NY Times di Marco Rambaldi; Spoleto 1959, la città e il Festival di Antonella Cristina Manni; Il Festival del 1959 nei documenti della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto di Paolo Bianchi.
Il lavoro ha potuto contare sulla fondamentale collaborazione degli operatori della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto e dell’Archivio Storico Diocesano di Spoleto. La conferenza, che vede l’intervento degli autori del volume con una ricca selezione di documenti, immagini, articoli di carta stampata e servizi televisivi, ha come titolo “Nelle pagine della cultura. Il Festival dei Due Mondi e il mondo dell’informazione”.
La mostra “Spoleto 1959, il secondo Festival dei Due Mondi”, a cura della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, presenta al pubblico locandine, fotografie dell’epoca e documenti d’archivio, sarà visitabile fino al 20 settembre 2018.
“Il 1959 è un anno importante perché il Festival è annunciato con un numero progressivo, 2° Festival dei Due Mondi. Si tratta di un segnale, incerto quanto si vuole, della volontà di andare avanti sulla spinta del successo dell’anno precedente”. Così scrivevano nel 1987 Sandro Morichelli e Gianni Toscano. Quest’ultimo era stato il sindaco comunista che nel 1958 aveva avviato la manifestazione accogliendo a braccia aperte gli “americani” al seguito di Gian Carlo Menotti. Il secondo Festival di Spoleto viene preparato sullo sfondo di una città in cui si avvertono l’esigenza e i primi segnali di un profondo cambiamento sia sul piano economico che infrastrutturale. Insieme alla sperimentazione di nuove formule di spettacolo come Album Leaves per la regia di Steven Vinaver e Fogli d’Album diretti da Franco Zeffirelli, si sente impellente l’esigenza di nuovi spazi da utilizzare per il teatro, per le mostre oltre che per i laboratori di scenotecnica e per gli uffici preposti all’organizzazione. Così come si comincia a parlare di convertire per scopi culturali anche la Rocca Albornoziana.
“Il 1959 è anche l’anno dell’invenzione del Concerto in Piazza del Duomo – scrive Maurizio Modugno -. Non sappiamo a chi sia dovuta: forse Schippers stesso può averne mutuato l’idea da Tanglewood, da Ravinia, dalle serate al Lewisohn Stadium o ad Aix-en-Provence. Certo è che diviene immediatamente un evento di strepitoso appeal musicale e personale per Tommy e per Spoleto”.
In occasione della sessantunesima edizione del Festival dei Due Mondi, proseguendo un progetto avviato per la sessantesima edizione, attraverso una conferenza, un libro, una mostra, si ripercorrono momenti straordinari di storia della città per rileggere le origini della manifestazione, comprenderne l’eredità nel presente, tracciare scenari futuri.